Tutte le certezze vengono meno; le conoscenze acquisite sono in crisi; alla certezza ed alla sicumera del mondo profano subentra la perplessità ed il dubbio del mondo iniziatico.
Tale stato di shok determina la frantumazione di una personalità non più desiderata.
Ed allora il profano si sdoppia ed incomincia il soliloquio iniziatico.
E non appena i lampi dell'intuizione illuminano il buio della coscienza, le prime immagini abbagliano, la mente. Il sole, la luna, la terra, l'aria, l'acqua ed il fuoco, come indelebili "imprint" lo spingono a misurarsi e ad interrogarsi.
E per primo egli si interroga sulla sua origine, per poi ricercare la sua identità personale al fine di stabilire dove dirigersi.
Scopre, allora, le conseguenti difficoltà che deve risolvere; e, quindi, deve individuare e stabilire il centro, affine di ricomporre l'Unità perduta dall'Essere che si era dispersa nella moltitudine dei desideri indotti dalle ingannevoli illusioni e dalle insane passioni.
Occorre pervenire all'Eternitá senza Tempo attraverso la ricomposizione e la "reductio ad unum" della mutevole scena temporale in cui essa si riflette. Bisogna che egli sciolga l'enigma di questo mistero ultimo che, giustamente, Schopenhauer definisce il "nodo cosmico" .
E ciò è possibile liberando per primo la mente dal concetto di "Io" in quanto a ciò consegue, immediatamente, la dissoluzione sia della paura che del desiderio.
Ma ciò porta ad un momentaneo annullamento della creazione o, almeno, ad un distacco psicologico da essa che comporta il rivivere, ad un livello di esperienza immediata; la fase antecedente a qualsiasi pensiero, dove non esiste nè speranza nè paura bensì estasi e consapevolezza pura e semplice dell'essere.
Occorre, quindi, scoprire la parola, perché all'inizio era la Parola e la Parola era presso Dio e la Parola era Dio.
Ma come superare il senso di smarrimento per pervenire a tanto?
Giova, a questo punto, ricordare che., secondo i riferimenti antichi, quando il Neofíta procedeva lungo gli intricati sentieri egli finiva per smarrirsi, ma non doveva provare paura.
Il senso di smarrimento, quale conseguenza della perdita dell'orientamento, era una componente fondamentale del processo d'iniziazione.
Il Neofita, allora, doveva arrestarsi e chiedere: "Dov'è il Centro?' Al che, una Voce proveniente da Lontano rispondeva: "il Centro sei Tu. E' dentro di Te che devi guardare per scoprire la Verità".
In tal modo egli, facendo professione della Virtù dell'Umiltà, scopriva la Solidarietà che gli consentiva di accedere alla dazione della prima "Lettera" che gli avrebbe permesso di porre la seconda e di procedere, successivamente, nel cammino iniziatico.
Il Labirinto, quindi, è la via che conduce all'interno di se stessi, verso quella sorta di Santuario interiore e nascosto nel quale si trova la parte più misteriosa della persona umana, che non può essere raggiunta dalla coscienza se non a seguito di lunghi giri (la spirale) o di una intensa concentrazione, quale unico mezzo per pervenire all'Intuizione Principiatrice, per il cui tramite tutto si semplifica quale conseguenza della momentanea illuminazione da essa provocata, che permetterà di giungere all'Intuizione Finale, per cogliere e contemplare in estasi la grandezza di Dio.
Ed allora il candidato coglie il saggio suggerimento:
VISITA INTERIORA TERRAE
RECTFICANDOQUE INVENIES
OCCULTUM LAPIDEM
e si ripiega in se stesso.
E così facendo scopre la Bestia che è in lui e la necessità di sopprimerla.
Scopre il Minotauro Bisogna che uccida il Minotauro.
E' al Centro del Labirinto.
I1 Minotauro o Asterio che significa "Re delle Stelle", figlio di Pasife - "Colei che rischiara tutto", appellativo della dea lunare e di un Toro bellissimo, sotto le cui spoglie era Zeus per possederla.
Ma chi avrà l'ardire per osare tanto?
I1 Mito ci dice Teseo, il cui nome ricorda Tesi e significa colui che asserisce o afferma. Tale significazione è da mettere in correlazione con l'episodio che Teseo, giovinetto, visse all'età dì quindici anni.
Si narra che, a quel tempo, la madre Etra condusse il giovane innanzi alla "Pietra" sotto la quale il padre Egeo aveva riposto i suoi Sandali e la sua Spada. II giovane sollevò con facilità la Pietra , calzò i sandali paterni ed impugnò la spada, affrontando poi una serie di fatiche, abbattendo mostri che rappresentano Vizi.
Calzare i sandali significa ripercorrere le "orme paterne " cioè abbracciare i Principi della
Tradizione difendendoli a spada tratta.
Appare chiara così, attraverso l'Allegoria, il significato del nome: Teseo è colui il quale afferma e difende i Principi della Tradizione.
Egli è alle porte del Labirinto, cioè del Santuario e si accinge ad uccidere il Minotauro guidato da Afrodite, la dea dell'Amore, la quale ha fatto innamorare di lui Arianna - La Purissima - che lo aiuta nell'impresa con la complicità di Dedalo.
Ma chi è Teseo? E' figlio di Egeo e di Etra, che era amata anche da Poseidone, dio del Mare, il quale possedette Etra la stessa notte in cui concepì Teseo con Egeo.
Ora, ove si tiene conto che Poseidone, essendo il dio del Mare, finisce per identificarsi con Egeo, o che, quantomeno, di esso rappresenta la sublimazione, si capisce che Teseo, figlio del Mare e del dio del Mare e di Etra, cioè l'Aria Serena, altro non è che una personificazione del Sole che sorge dal Mare d'Oriente attraverso l'Aria serena del Mattino.
Ci troviamo, quindi, di fronte al mito solare che preannuncia la iniziazione secondo l'Antica via Morte -Resurrezione.
Il Sole, infatti, come percorre le vie del Cielo nel suo itinerario giornaliero, così percorre quelle degli Inferi durante la Notte per poi tornare a rinascere al mattino.
I1 Sole fa il privilegio di attraversare l'Inferno senza subire le modalità della Morte.
Il Sole, per la sua qualità infera, presenta un carattere ambivalente che si manifesta sotto un duplice profilo: può condurre gli uomini con sè e, tramontando, farli morire e, nello stesso tempo, può guidare le anime attraverso le regioni infernali e ricondurle alla luce, l'indomani col giorno.
Ha, quindi, la duplice funzione di "psicopompo uccisore" ed insieme di "Ierofante iniziatico".
Ma Teseo rappresenta, soprattutto, il profano che ha in lui la duplice natura umana e divina, simboleggiata dal doppio concepimento, "Uomo Libero e di Buoni Costumi".
Egli, dopo aver calzato i sandali del padre, affronta l'impresa avvicinandosi al Labirinto accompagnato da Arianna - la purissima - la quale, su suggerimento di Dedalo, tiene il filo che permetterà all'eroe greco di entrare nel Labirinto e riguadagnare l'uscita sorretto nell'impresa da Afrodite.
Tutto ciò simboleggia lo status con cui il profano deve avvicinarsi, entrare nel labirinto e, quindi, uscirne.
Egli deve, sorretto dall'Amore della conoscenza (Afrodite) entrare con purezza di intenti (Arianna) per raggiungere, adoperando la ragione e l'intuizione (Dedalo), la prima luce, conquistando definitivamente la purezza d'animo come status finale, conseguente al superamento della prova impostagli e consistente nell'uccisione del Minotauro.
Teseo entra e a fatica percorre i tortuosi camminamenti che con il loro continuo avvicinarsi ed allontanarsi dal Centro, simile al procedere del Serpente, Simbolo della Conoscenza, e alle danze che si celebravano a Creta, dette "danze di Teseo", già gli suggeriscono che la Verità è lì a portata di mano e che solo l'Ignoranza e la Superstizione in cui è ancora immerso, perché dominato dalla passione, non gli consentono di squarciare il Velo di Maja e coglierla nella sua interezza.
Ed un lento lavorio ha inizio.
Una forza nuova lo spinge a scegliere fra la certezza ed il dubbio, tra la credenza e l'eresia, tra la dolce mollezza e la pericolosa avventura, nella consapevolezza che vi sono mille possibilità, mille aspirazioni, mille esperienze, mille scelte, e che la scelta che sta per fare, oltre ad essere un rischio, fortuna o sfortuna, avviene nell'occasione e determina, soprattutto, l'Irripetibile, che non consente di vivere due volte la stessa esperienza.
Ed allora Egli combatte con la Bestia a mani nude, uccidendola mediante lo strappo della testa con la sola forza delle braccia.
Così, comprende che l'uomo, nell'affrontare la battaglia contro i suoi vizi o contro la sua natura bestiale, è solo e che spetta a lui solo scavare oscure e profonde prigioni al Vizio per esaltare le sue virtù.
La prima Grande Fatica ha dato i suoi frutti.
L' Iniziato ha operato la Prima e Fondamentale Grande Scelta. La Bestia è domata!
I1 turbinio delle passioni è placato e l'animo è tranquillo e sereno.
E in tale modo, impadronitosi di siffatto atteggiamento mentale, il Neofita potenzia la sua sfera spirituale ed entra a fare parte della Dimensione più elevata.
Scopre, così, la prima Lettera ed impara a trovare il Santuario di sé in sé; scopre la sacralità interiore e, di conseguenza, si prepara ad interpretare, per viverla ad uno stato di coscienza, la realtà dell'altra faccia, sicura, lucente, attraverso l'acquisizione di poteri che lo renderanno superiore o più elevato rispetto agli altri esseri, in quanto favoriranno in lui lo sviluppo di una personalità unica, ben definita, inconfondibile e potenziata tanto di farlo vivere in un corpo più sano ed equilibrato, perchè frutto dell'organizzazione del disordinato Molteplice che, attraverso l'esperienza iniziatica, si è trasformato in Complesso.
E proprio nel momento della intuizione folgorante del suo conseguenziale nuovo stato, Egli guarda al futuro e riesamina, nel contempo, il passato non solo al fine di liberarsi di tutto ciò che era sbagliato, superato o superfluo, ma anche per individuare le tracce, le indicazioni, i suggerimenti ed i precedenti che gli faranno da guida sulla nuova "strada" che sta per intraprendere.
Ora si tratta, alla luce del nuovo stato mentale conquistato. di procedere ed avanzare sul Cammino Iniziatico.
Occorre uscire dal Labirinto.
E ciò richiederà sacrifici continui e costanti, almeno pari a quelli già sopportati per la conquista fatta, per come ci suggerisce il sinuoso percorso dei camminamenti labirintici, che è esattamente uguale a quello già esplorato.
Se la fatica affrontata non sarà costante e non perdurerà nel Tempo; se Teseo dovesse abbandonare Arianna; se non costringesse il Vizio in definitive oscure e profonde prigioni; se per avventura l'arroganza, il fanatismo, la superstizione, sempre in agguato, dovessero riaffiorare ed avere il sopravvento, Teseo sarebbe perduto e, tornando allo stato impuro, andrebbe girovago per il Mondo, inseguendo, ancora una volta, la moltitudine degli ingannevoli desideri sorretti da insane passioni che lo rendono cieco, insoddisfatto e tormentato, costringendolo ad un continuo naufragio.
Ma se così non sarà, se continuerà a perseverare nella sua diuturna battaglia, Egli, dopo aver colto e realizzato l'Intuizione Principiatrice, potrà pervenire all'Intuizione Finale.
E così Teseo esce dal Labirinto e scopre la Verità.
Scopre che, dopo aver tutto esplorato, ha finito per ritrovarsi al punto di partenza.