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Il Labirinto originario, quello preistorico, quello cretese di cui ci occupiamo, romano e medioevale, detto unicursale è formato da un unica via che si intrica, si avvolge, e va verso un Centro, a cui si avvicina e da cui successivamente si allontana, ma che deve per forza raggiungere.

E' una via lunga, faticosa, ma senza biforcazioni, crocicchi o cammini ciechi, senza incertezze e necessità di scelte; chi la percorre, una volta arrivato al Centro, si svolta su se stesso compiendo un arco di 180° e, ripercorrendo la via in senso inverso, sempre con difficoltà, esce all'aperto senza pericolo di perdersi.

I1 Labirinto, quindi, per primo ci suggerisce che ci troviamo di fronte ad un processo di iniziazione che, a prezzo di una faticosa esperienza, conduce l'Uomo al Centro, dove esso è solo di fronte alla propria realtà interiore, o alla bestia con cui deve combattere o alla morte, nel sitenzio impalpabile che, solo, permette di acquisire la Conoscenza Fondamentale per pervenire al Principio Divino.

Tale significazione conserva anche nell'allegoresi cristiana dell'Alto Medio Evo dove il Labirinto simboleggia, di solito, le prove che il devoto deve affrontare prima di giungere alla Gerusalemme Celeste.

Nella tradizione cabalistica, ripresa anche dagli Alchimisti il Labirinto svolgerebbe una funzione magica e sarebbe uno dei segreti attribuiti a Salomone. E' per questo che il Labirinto delle Cattedrali, costituito da una serie di cerchi concentrici interrotti in alcuni punti in maniera tale da formare una sorta di sentiero inestricabile e bizzarro, sarebbe chiamato "Labirinto di Salomone".

Secondo gli Alchimisti sarebbe una immagine del lavoro intero dell'Opera con le sue difficoltà maggiori e cioé quella della via da seguire per raggiungere il Centro dove avviene il combattimento tra le due Nature dell'Uomo, la Divina e la Bestiale, lo Spirito e la Materia, e, dunque, quella del cammino che l'Artista deve percorrere per uscirne e pervenire alla Luce.

A far tempo dall'età manieristica e barocca, per effetto dell'influenza del dilagante cattoticesimo, questo concetto viene stravolto e mistificato, e subisce un radicale cambiamento che riverbera i suoi effetti sulle rappresentazioni grafiche di tale simbolo.

Il Labirinto si aggroviglia, si complica, è una serie di illusioni e ingannevoli camminamenti che non danno più la certezza di arrivare al Centro e, una volta arrivati, non danno più la certezza di raggiungere l'Uscita.

Il Labirinto diventa, allora, il luogo della perdizione, dell'errore, del mistero e dell'avventura.

Tale rappresentazione, dicevamo, è l'effetto del dilagare della dottrina professata dal Cattoticesimo, il cui dogma principale vuole che l'Uomo non possa ritrovare la Verità o scoprire la Luce mediante una ricerca in se stesso, ma solo attraverso un atto di Fede in Dio, che diventa l'unico mezzo dì Salvezza, in quanto l'Uomo è chiuso in un sistema di cammini ingannevoli e fuorvianti, da cui può essere liberato, epperò non dalla sua intelligenza, non dalla sua perspicacia o intuizione, ma solo dalla Grazia Divina.

Ritorniamo ora, al Labirinto oggetto del nostro esame. Esso conta, quindi, come elementi essenziali, la complicazione della sua pianta e la difficoltà del percorso, fatto da camminamenti che viaggiano verso il Centro per poi allontanarsene e così via.

Questo complesso tracciato si ritrova, allo stato di natura, nei corridoi di accesso ad alcune grotte preistoriche e che venivano fatte percorrere ai neofiti, onde far loro intuire la Via per arrivare alla Caverna Fondamentale.

Le vie intricate e tortuose che permettono o impediscono l'accesso appaiono anche un sistema di difesa di ciò che contiene e, quindi, annunciano la presenza all'interno di qualcosa di prezioso e di sacro a cui non tutti possono accedere.

E ciò ci suggerisce l'idea o il principio della Selezione in quanto solo a pochi qualificati Eletti è concesso di intuire l'Entrata del Labirinto e le vie da percorrere per arrivare fino in fondo, mentre tutti gli altri saranno impossibilitati a penetrarvi o si smarriranno per strada.

Tale situazione sveglia per primo nella Mente del libero muratore l'immagine del Gabinetto di Riflessione.

E' qui che il profano viene condotto, dopo una pre-selezione, oggi di carattere morale, ieri basata sul superamento di vere e proprie prove fisiche alle quali il profano veniva assoggettato secondo i dettami delle antiche Scuole Iniziatiche .

E qui, come nel labirinto, scendendo nell'Abisso buio, dove l'oscurità non è più assenza di luce ma qualcosa di più tangibile, quasi palpabile, il profano è assalito da un terribile senso di claustrofobia e contemporaneamente di distacco dal mondo esterno.

In questo luogo, che possiamo ben essere d'accordo nel definire come quello del "Silenzio Imparziale", il neofita, solo con la sua coscienza e privo di ogni condizionamento, perde il rapporto Spazio-Tempo e finisce per smarrirsi.

Le coordinate Tempo e Spazio saltano per cedere il posto al Caso, riducendo il mondo interiore ad un caos senza senso possibile.