00 18/03/2008 03:57
Tratto da alcuni dialoghi di Stephen Jourdain.

(N.d.T. notare che S. J. non ha avuto nessuna educazione religiosa di alcun tipo)

Stephen Jourdain:-Prima del risveglio ero rinchiuso in un’identità, quella del soggetto interno che sta pensando a questo o a quello. Dopo il risveglio, il sogno si è dissolto ed ho scoperto che quello che ero realmente non era mai riducibile ad una qualunque identità.

Quest’affermazione porta lontano: si tratta del rifiuto di dare una realtà oggettiva a qualunque situazione in cui venga a trovarmi. Non è poco. Cio ‘equivale a trattare l’ ‘io’ che pensa a questo o a quello – che sia una questione filosofica o un pensiero banale – come scevro di realtà intrinseca in relazione a quello che sono veramente. Non c’è pericolo che mi chiuda in una qualsiasi identità. -

Domanda: Cos’è per te la morte?

S.J.: - La morte è un pensiero. Quando hai svuotato la morte da qualsiasi substrato oggettivo, da qualunque realtà, non puo’ farti molta paura. E la morte fisica? Idem. Non credo all’esistenza di una realtà fisica. Né intellettualmente, né filosoficamente e soprattutto nelle mie sensazioni. Ignoro cosa sia il corpo fisico. –

- Ma - mi dirai - avrai pure un corpo, degli organi! -

- No! Sono solo del ‘ sapere ’, (delle conoscenze) dei pensieri che si devono cancellare – cosi’ come il cuore e la pallottola che lo trafigge, la mia morte, l’universo. Tutto questo va sradicato e cosi’ la lavagna dov’è notato, deve essere cancellata.

Gli occhi del pensiero sono occhi di vetro che non hanno mai visto nulla, poiché non esistono. Si deve portare l’interlocutore davanti a questa percezione del nulla. Un colpo di sciabola che poi deve essere esso stesso incluso in quello che viene sciabolato. Allora si elimina tutto: l’essere, il nulla, il domani, l’ieri, l’universo, dio, la storia. Purtroppo capirà intellettualmente, non con la propria vita. -


Da un incontro di Stephen Jourdain con Roger Godel (autore di un libro sull’esperienza della liberazione).

S.J.: -Abbiamo cominciato a parlare delle sigarette ‘gauloises’ esposte nella tabaccheria di St. Cloud, (nei pressi di Parigi) la loro esistenza e non-esistenza. Godel rifiutava l’esistenza oggettiva di quei pacchetti di sigarette, il che era sorprendente nel dire di uno scienziato (era cardiologo)come lui. Non credeva ad un substrato oggettivo. Il virus allucinatorio dello stato di coscienza abituale consiste inoltre nel credere ad una realtà oggettiva. Dunque Godel non credeva né a de Gaulle, né alla sfericità della terra.

Tutto ciò è puro pensiero, nulla, un po’ dei propri pensieri che portano la maschera della realtà. Rifiutare l’esistenza di un pacchetto di sigarette significa annientare tutto. -

-Tutto questo è un sogno. Ogni istante, quello che designiamo all’esterno della nostra coscienza e che ci appare cosi’ reale, dotato di una realtà autonoma, quello che percepiamo fuori di noi attraverso la finestra del nostro pensiero, tutto cio’ è allucinatorio. Non c’è un atomo di realtà. E’ un fenomeno immaginario. Sono effetti soggettivi a cui la tua coscienza addormentata, subdolamente, dà il marchio di una realtà autonoma e separata da te. Ecco la caratteristica dell’allucinazione.

Sentire reale il tuo passato, l’avvenire, Parigi, come realtà separate da te è essere allucinati, come il pazzo che cammina per strada e parla con un interlocutore inesistente! Una volta fatta questa conversione enorme, non c’è nulla di male se agiti le marionette e ti diverti.

Tuttavia si deve assolutamente percepire che la mia morte, io che produco questi pensieri, il diplodocus, Carlo Magno, sono solo marionette agitate dalla mia mente, ma in virtu’ di un’orribile malattia spirituale abbattutasi miliardi di anni fa, cioè adesso, subito, su di me, la mia mente non sente più le proprie dita che agitano la marionetta e la considera una realtà estranea a se stessa. La distruzione deve essere enorme. Non si puo’ attaccare il sogno solo per frammenti. Cosi’ come al mattino, il sogno sparisce totalmente, quando si è svegli.


Il cosmo è una bolla che la nostra mente mantiene soffiandola. Bisogna far scoppiare la bolla.

La vita dell’uomo nello stato di cose ordinario, si snoda in seno ad una bolla soggettiva che egli contiene ed alimenta, una contraffazione dell’universo che include un soggetto pensante. Quando si produce il clic!, la bolla scoppia, poiché lo stato abituale di coscienza non ha alcuna solidità e puo’ scoppiare da un momento all’altro.

Il nucleo dell’allucinazione è solo la credenza assoluta nel fatto che io produco un pensiero e, pur avendo l’intuizione che non sono miei i pensieri, conferisco loro uno statuto oggettivo, reale.

fonte : riflessioni.it
di Isabella di Soragna
[Modificato da sonardj 18/03/2008 03:58]