00 18/03/2008 03:57
Tratto da ‘Misticismo e nuova fisica ’ di Michael Talbot

Secondo la nuova fisica non esiste un mondo ’’là fuori ’’. La coscienza crea tutto questo. Non c’è limite ai meccanismi di coscienza che strutturano una realtà. Cosi’ come la mente puo’ alterare il super-ologramma (vedi paradigma olografico) della realtà, così puo’ anche creare realtà interamente nuove. Il meccanismo che struttura la realtà è associato al sistema nervoso umano e cio’ si effettua considerando il cervello umano come se fosse un biocomputer. Cosi’ anche vari metodi di yoga o controllo mentale sono viste come dischetti usati per raggiungere porzioni del sistema nervoso umano che struttura la realtà.

Keith Floyd in ’’Of time and mind’’ asserisce:- E’ assai plausibile che un neurochirurgo non possa mai trovare la sede della coscienza, poiché essa non implica uno o piu’ organi, ma l’interazione di campi d’energia all’interno del cervello. I neurofisiologhi non troveranno quello che cercano al di fuori della loro coscienza, poiché quello che cercano è cio’ che sta cercando. -

Come in un ologramma la coscienza contiene in ogni singola parte il programma del tutto.

K. Floyd propone che un modello olografico di coscienza possa spiegare chiaramente i processi di memoria, percezione e immaginazione. Se questo ologramma organico non puo’ processare percezioni in 3D creerà la propria realtà da percepire/concepire.

Individui posti in camere, private totalmente dalle sensazioni, cominciano ad allucinare e sintetizzare le loro realtà interne. Se la mente umana è tagliata fuori dal cosiddetto mondo fisico, ha la proprietà notevole di creare il proprio mondo. Come dice John Lilly, l’universo è soltanto un pacco di moduli di energia neuronale accesi nella nostra testa.

Quindi non c’è molta differenza tra queste allucinazioni e cio’ che percepiamo come realtà esterna.

Cio’ vale a dire che tutti i mondi sono nella mente.

Il neurofisiologo Karl Pribram di Stanford ipotizza anch’egli un modello olografico di coscienza. Le rappresentazioni olografiche sono incredibili meccanismi associativi.

K. Floyd pensa che l’area immediatamente posteriore al chiasma ottico sia la sede della placca olografica neuronale. La ghiandola pituitaria, il talamo, l’ipotalamo e la ghiandola pineale sono associate al senso di essere coscienti. La ghiandola pineale, sensibile alla luce è simile alla retina dell’occhio e sembra servire a costruire percezioni e memoria.(il ‘terzo occhio ’ della tradizione orientale). Tuttavia se si recide questa ghiandola ad un topo, questo fa solo spostare il suo orologio biologico, niente di piu’. Quindi questa placca olografica che egli credeva fosse un organo è invece solo una funzione. Di qui la comprensione che la coscienza è interazione di campi d’energia all’interno del cervello.

Il filosofo Charles Muses conclude: -Viviamo in un mondo proiettato di solidi ologrammi neuro-elettrici, un mondo di simulacri… le foglie, la montagna… sono configurazioni di microscopiche, turbolente particelle/onde. -

Se vogliamo capire il fenomeno della visione collettiva, dobbiamo esaminare le nostre nozioni di realtà oggettiva. Fin dall’infanzia ci insegnano che c’è un consenso alle nostre percezioni. Se uno vede qualcosa come albero, un altro lo vedrà come tale: se c’è discordanza tra due osservatori sospettiamo giustamente che qualcosa non va. Questo perché crediamo che vi sia un universo fisico ’’là fuori’’.

Perché quest’urgenza di conformità di percezioni? Perché l’abbiamo insegnato a noi stessi. Uno scienziato, J.R. Smithies fa notare che l’universo del neonato è quasi allucinatorio, ma quando cresce egli impara ad ignorare alcune realtà, considerate allucinatorie dagli adulti. Secondo Piaget (‘Il bambino e la realtà’) la percezione è imparata, egli impara a vedere le forme geometriche, egli impara a vedere in 3D. L’abilità di percepire puo’ essere innata, ma è chiaro che impariamo cosa percepire.

La mente umana non percepisce quello che è là, ma quello che crede sia là. Vediamo perché la retina assorbe la luce e porta segnali al cervello e cosi’ per altre sensazioni. Le retine non vedono i colori. Là fuori non ci sono né luce, né colore, solo onde elettromagnetiche; là fuori non c’è né suono né musica, solo variazioni di pressione periodiche. Non siamo nati nel mondo, siamo nati in qualcosa che creiamo come mondo- dice von Foerster.

L’ambiente che percepiamo è la nostra invenzione.

Nella speranza di trovare elettroni i fisici hanno trovato quello che la coscienza voleva trovare.

Alexandra David-Neel, scrittrice inglese che visse in Tibet all’inizio del sec. XX, racconta di studenti tibetani trovati morti dopo la cerimonia di visualizzazioni del chöd.

Ne chiese la ragione ad un lama che le spiego’:-Quelli che sono morti furono uccisi dalla paura. Le loro visualizzazioni erano la creazione della loro immaginazione. Colui che non crede nei dèmoni non sarà mai ucciso da essi. Uno studente domando ’: - Allora se un uomo non crede nell’esistenza delle tigri non sarà mai divorato da una di esse? -

Il lama replico’: - Le visualizzazioni o forme mentali volontarie o meno, sono un processo misterioso. Cosa diventano queste creazioni? Forse che – come bambini nati dalla carne- questi bambini della nostra mente, si separano da noi, fuggono dal nostro controllo e recitano la propria parte? -

Lo scopo delle visualizzazioni della scuola tibetana vajrajana è di diventare abili nel creare costruzioni mentali e poi farle sparire nel vuoto, …in modo che la manifestazione non-duale della realtà sia trasformata da concetto intellettuale in esperienza. La non-dualità non è solo creduta, ma sentita, vissuta.

J.C. Pearce dice:-La nostra realtà è costruita da parole, perché la coscienza crea la realtà e la coscienza come ce l’hanno insegnata a conoscerla, è inizialmente sperimentata linguisticamente.

Le nostre menti creano una stabile somiglianza dei fatti e poi trovano conforto in questa stabilità. Sri Aurobindo dice:- L’apparente stabilità dei fenomeni è data dalla costante ripetizione delle stesse vibrazioni e formazioni. –

Satprem (discepolo di Aurobindo) conferma che sono sempre le stesse lunghezze d’onda a cui ci agganciamo inconsciamente, secondo le leggi (abitudini) del nostro ambiente, della nostra educazione… ma in realtà tutto è un costante flusso d’energia.

J.C. Pearce afferma che la nostra costruzione della realtà diventa un uovo cosmico che ci protegge dall’arbitrarietà delle nostre regole, essa è contingente al fatto che noi la crediamo… ma non dobbiamo forzarci a non considerare altre uova cosmiche. Il malinteso è credere che vi sia solo un uovo cosmico giusto.

Come ci insegnano gli yogi vajrajana, nessun uovo è migliore di un altro. Tutti i valori sono creati dalla mente. Per evitare un collasso emozionale dobbiamo prendere la posizione dello yogi e sinceramente né credere né non credere in ogni insieme di leggi.

Quali cambiamenti cio’ potrebbe produrre nel mondo da noi creato? Un gruppo di storici potrebbe decidere quale genere di storia vuole trovare e poi farne la scoperta. Forse un giorno la storia invece di essere scientifica, farà parte della letteratura fantastica.

Come dice don Juan (nei libri di Castaneda):- Le cose sono reali solo dopo che si è imparato a mettersi d’accordo sulla loro realtà.

Abbiamo sognato il mondo e forse un giorno si scioglierà davanti a noi e diventerà altrettanto allucinatorio quanto le prime percezioni di un neonato.

Satprem dice:-Ci sono due vie per uscire da questo uovo che ci opprime…dormire( che equivale anche ad andare in estasi, meditare, ecc. ) o morire. Ma c’è una terza via, quella di svegliarci dal nostro sogno . -

Il noto fisico J. Wheeler è d’accordo sul fatto che la mente è la forza operante che rende il mondo manifesto... ed ha la capacità di trascendere il tempo per cui l’atto di osservare puo’ alterare eventi che sono accaduti milioni di anni prima.

(n.d.t. le cosiddette ‘regressioni’ nelle vite passate sono in effetti la prova dell’assenza di spazio-tempo, in realtà sono memorie accessibili a tutti e in sintonia con il ‘programma di nascita’ dell’individuo.)