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Capitolo VII
Costruzione e rottura dei legami affettivi
Cio che Bowlby intende per teoria dell’attaccamento e’ un modo per dire che l’essere umano ha la tendenza a creare legami affettivi solidi con particolari persone e che prova turbamento se questi si sciolgono.
• questa teoria dell’attaccamento nasce in riferimento all’ etologia e all’esperimento di Lorenz sull’ oca Martina. ( i piccoli sviluppavano un forte legame con la figura materna indipendentemente dal fattore cibo ).
• Harlow Pubblica il suo resoconto sullo studio di piccole scimmie..Crea delle sagome di fil di ferro che somigliano alla mamma delle scimmie e mette in mano loro un biberon pieno di latte. Crea poi dei fantocci fatti con stoffa. Si evince che le scimmie preferivano la morbidezza della mamma fantoccio piuttosto che il nutrimento dell’altra. Il fattore cibo diveniva quindi secondario.
• Come detto in precedenza per comportamento di attaccamento si intende qualsiasi forma di comportamento messa in atto per mantenere la vicinanza con l’individuo preferito. ( caratterizza l’essere umano dalla culla alla tomba )
Il comportamento di attaccamento e’ specifico in quanto e’ diretto verso uno o pochi individui, e’ persistente dura gran parte del ciclo vitale anche se man mano si attenua, ed ha un ruolo nelle emozioni
• Ontogenesi: nella maggior parte dei bambini il comportamento di attaccamento alla figura preferita di attua durante i primi 9 mesi di vita.Piu’ interazioni ha con una persona il bambino e piu’ probabilmente si attacchera’ a lei.
• Apprendimento: nell’apprendimento della figura d’apprendimento sono inutili le punizioni, il piccolo imparera’ comunque a distinguere le persone famigliari dagli estranei
• Organizzazione: i sistemi di attaccamento sono inizialmente semplici e si fanno via via piu’ sofisticati
• Funzione biologica: l’attaccamento si verifica in tutti i mammiferi e perdura per tutta la vita. La vicinanza della mamma con un piccolo ha un valore di sopravvivenza per quest’ultimo.
L’attaccamento e’ molto diverso dal concetto di dipendenza in quanto quest’ultima:non implica come oggetto d’amore una sola persona, non e’ correlata dal mantenimento della vicinanza, non e’ associata a funzioni biologiche.
• il ruolo di chi si prende cura del soggetto e’ quello di essere disponibile e comprensivo e di intervenire non appena il piccolo ne ha bisogno.
• L’angoscia dovuta alla separazione dalla figura d’ accudimento puo’ essere normale se manifestata entro certi termini.
• L’insensibilita’ del genitore verso il proprio figlio e alla richiesta di cure, minacce morali di non amare piu’ il bambino, minacce dei genitori di abbandonare la famiglia danno luogo a grandi problemi nella struttura del piccolo.
Si puo’ verificare cosi’ angoscia da parte del soggetto che avra’ paura continua di perdere la sua figura di attaccamento ( attaccamento ansioso )
• una madre che a causa di una depressione non si e’ potuta prendere cura di suo figlio cerchera’ in lui affetto ed amore, il piccolo da grande instaurera’ dei rapporti basati sull’amore compulsivo cercando di dare amore anche a coloro che non le cercano. Il soggetto avra’ una visione distorta , si prodighera’ per gli altri ma pensera’ allo stesso momento che puo’ pretendere cure solo da se stesso.
• Il genitore potrebbe vedere nel figlio quegli aspetti che lui stesso possedeva ed ha cercato di soffocare, fara’ in modo che succeda anche con il bambino ricorrendo a metodi duri e violenti.
Alcuni principi di psicoterapia
Per aiutare un individuo con problemi di attaccamento bisogna scavare nella sua storia famigliare, la cosa pero’ piu’ difficile e’ che spesso questi pazienti omettono i fatti essenziali per la comprensione del caso.
Lo psichiatra non dovrebbe limitarsi all’ascolto del paziente ma dovrebbe qual’ora possibile poter dialogare con qualche membro della famiglia d’appartenenza del paziente.
L’ analista deve presentarsi come persona di fiducia e creare una base sicura per il paziente
Deve analizzare il passato con lui e non attenersi a giudizi personali
Indagare su come i genitori si sono comportati nella prima infanzia