00 05/01/2008 23:28
Capitolo V
Separazione e perdita all’interno della famiglia
L’ angoscia cronica, la depressione ciclica, i tentati suicidi siamo ora in grado di attribuirli in parte alla separazione o alla perdita da parte dell’individuo di una figura di riferimento importante.
Sappiamo ancora che in pazienti affetti da psicopatia e sociopatia hanno subito nei primi 5 anni di vita continue rotture di legami.
Dolore e lutto in età adulta
Siamo ormai in possesso di molti dati che ci permettono di capire come gli adulti reagiscono a gravi lutti, molte documentazioni provengono dagli scritti di Lindemann e Marris.
Il dolore varia da persona a persona ma esiste uno schema globale di base che si puo’ applicare per capire meglio la reazione di ciascun soggetto:
1 ) fase del torpore: dura poche ore a una settimana, puo’ essere interrotta da attacchi di collera e angoscia ( e’ preceduta da una reazione immediata data dalla notizia, molti rimangono impietriti e evitano coscientemente le proprie reazioni per paura di farsi travolgere e impazzire )
2 ) fase dello struggimento e della ricerca della figura persa : dura 3 mesi , spesso anni ( dopo una settimana o due dalla perdita della persona il soggetto inizia a realizzare la perdita, cio’ crea turbamento e pianto. Si possono iniziare a sentire segni e rumori come indizi del suo ritorno ( uomo che passava per strada scambiato per il marito appena perso ).
Queste teorie sono state riviste da Bowlby e sembra proprio che dopo la perdita della persona amata le vedove venivano prese da un impulso a recuperare la figura scomparsa. ( non sempre il soggetto e’ conscio di questo ). Questa fase puo’ comprendere:
_ muoversi senza tregue ed esplorare l’ambiente in ricerca di un segno
_pensare intensamente alla persona scomparsa
_lo sviluppo della persona di un set percettivo e cioe’ a far attenzione a ogni stimolo che alluda alla presenza della persona scomparsa
_ il dirigere l’attenzione perso parti dell’ambiente in cui la persona puo’ trovarsi
_il reclamare la persona scomparsa
Molte vedove secondo Lindemann e Morris provavano collera verso chi secondo loro era ritenuto responsabile della morte del marito ( anche verso il marito stesso che l’ha lasciata mentre lei aveva bisogno di lui ).
3 ) fase di disorganizzazione e disperazione
4 ) fase di maggior o minore grado di riorganizzazione
Dolore e lutto nell’infanzia
I bambini soffrono in maniera consistente per il distacco dalla mamma.
In un caso la mamma lascio’il suo bambino nell’asilo nido dicendogli di non piangere altrimenti non sarebbe andata piu’ a trovarlo: ( Freud )
• Patrick non lo si vedeva piangere
• Diceva a tutti che la mamma sarebbe tornata, era felice se l’interlocutore gli credeva, scoppiava in lacrime se invece trovava dissenso.
• Dopo tre giorni i suoi toni divennero ancora piu’ convincenti “ mia madre mi mettera’ il cappotto e mi portera’ a casa “, man mano cresceva la lista degli indumenti che la mamma gli avrebbe messo per portarlo via e li citava agli interlocutori.
• Gli si chiese di smettere di ripetere tutto cio’, lui lo fece ma con il movimento delle labbra ripeteva le medesime tra sé e sé.
Quando i soggetti che avevano avuto una perdita si presentavano dall’analista negavano il carattere definitivo della loro perdita e aspettavano una sorta di ritorno del genitore. Quando l’analista cerco’ di far loro elaborare il lutto dicendo che la mamma non sarebbe piu’ tornata questi reagirono con collera all’evento proprio come avevano precedentemente fatto le vedove.
Il bambino per riprendersi da un lutto dovrebbe avere a disposizione un singolo e permanente sostituto che possa gradualmente attaccarsi a lui, in questo modo il piccolo potra’ accettare il lutto e riorganizzare la propria vita.
Condizioni che favoriscono od ostacolano un lutto normale
Per dar esito favorevole a un lutto e’ positivo che prima o poi le sensazioni legate ad esso esplodano. La persona che ha subito un lutto ha paura di essere abbandonata e ha la collera per non poterla ritrovare.
Come si puo’ allora aiutare una persona che ha perso un parente caro?
Il nostro ruolo e’ quello di essergli amico, di essere un sostegno che sa’ ascoltare senza rimproveri e senza sottolineare cio’ che non ci sembra realistico, senza affermare che lui o lei non torneranno mai.
Una delle principali ragioni per le quali alcuni trovano difficile manifestare il proprio dolore e’ da ricondurre alla famiglia nella quale sono cresciuti e che ha poco considerato l’attaccamento del bambino come. Il pianto o altre manifestazioni possono essere considerate dai genitori atteggiamenti infantili percio’ quando il soggetto subira’ una perdita soffochera’ ogni emozione di dolore e di rabbia ( ne e’ l’esempio il caso di Patrick )
Maddison e Walker condussero un esperimento su due gruppi di vedove:
• vedove che dopo 12 mesi erano riuscite ad elaborare in modo positivo il lutto ( le persone con le quali queste vedove erano state a contatto facilitavano il pianto e l’esposizione delle sensazioni )
• vedove dove l’esito del dopo lutto non era stato positivo ( queste sostenevano che avevano ricevuto pochi incoraggiamenti sia ad esprimere dolore che a parlare del marito. La gente aveva per loro reso difficile l’esprimere i loro sentimenti perche’ la frase piu’ comune era “ fatti coraggio “ cio’ stava a significare che non era l’unica al mondo ad aver subito tale perdita )
Nelle vedove che non hanno reagito al lutto si e’ potuta riscontrare una sindrome da dolore cronico dove anche la stessa famiglia era considerata dal soggetto incapace di aiutarla.