sonardj
00mercoledì 21 settembre 2005 12:25
L'alone di mistero che circonda la morte di Moana Pozzi, la pornostar scomparsa 11 anni fa a Lione per un tumore al fegato, anziché dissiparsi con il tempo pare infittirsi.
Dopo le varie dichiarazioni di chi la vorrebbe ibernata in Spagna o addirittura viva e in incognito in America (come suggerisce il suo amico Bruno Fantauzzi, giornalista e autore del libro "E ...viva Moana") spunta la dichiarazione del sindaco di Lerna, paesino in provincia di Alessandria dove sua madre e suo fratello dichiarano di averla tumulata.
«In base a quanto risulta dal registro delle sepolture, unico documento ufficialmente valido - sostiene il primo cittadino di Lerma - si attesta che non risultano registrazioni di atti di sepoltura relativi al nominativo di Anna Moana Rosa Pozzi».
Rivelazione che, secondo il settimanale, tuttavia non avvalora necessariamente la tesi di chi la vorrebbe ancora viva. Infatti, prosegue "Gente", Rossana Aloisio, madre di Moana, nel 1995 aveva ammesso in un memoriale di aver sparso le ceneri della figlia sul Cervino. Poi, però, aveva ritrattato.All'epoca, per la legge italiana, era un reato.
Infatti, l'articolo 411 del Codice penale dice che: "Chiunque distrugge, sopprime o sottrae un cadavere, o una parte di esso, ovvero ne sottrae o disperde le ceneri, è punito con la reclusione da due a sette anni". Nel 2001 questo articolo è stato parzialmente modificato con un'aggiunta: "Non costituisce reato la dispersione delle ceneri di cadavere autorizzata dall'ufficiale dello stato civile sulla base di espressa volontà del defunto".
Da allora sono passati dieci anni, il reato non è ancora prescritto; lo sarà nel 2010. Ma intanto, la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un'inchiesta.