La capacità d'amare: la forza

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
sonardj
00lunedì 28 aprile 2008 22:06
La capacità d'amare: la forza
Copyright by THEA 2005-2006
Vedi anche: La capacità d'amare: l'osservazione.

Ora che sappiamo osservare dobbiamo fruire di ciò che riteniamo positivo. Per farlo abbiamo bisogno di un'arma fondamentale: la forza di volontà anevrotica. Rimandiamo all'articolo corrispondente per capire esattamente cosa sia. In questa sede vogliamo solo esporre un piccolo corso di formazione della forza di volontà anevrotica, fondamentale soprattutto per chi ha una personalità svogliata.
È ovvio che alla domanda "è possibile migliorare la propria forza di volontà (nel senso anevrotico, non lo ripeteremo più)?", la risposta sia sì, a patto che:

il soggetto sia disposto a impegnarsi quotidianamente nell'esercizio
Come per l'osservazione, lo sviluppo della forza di volontà è un esercizio continuo. Chi pensa di metterlo in pratica solo nei momenti in cui ha voglia di farlo, è sicuramente votato al fallimento. Quindi, ora che sapete osservare, il vostro compito giornaliero è:

diventare forti.
Esistono cinque campi di applicazione in cui dovete cimentarvi. Iniziamo da quello più facile.
Il clima - Non sopportate il caldo o l'afa estivi? Vi immalinconite in un'uggiosa giornata invernale? Con l'osservazione dovreste aver imparato a trovare comunque il positivo in questi momenti, ma non è questo il punto. Ora dovete concentrarvi sul ritenere tutte queste "avversità" ininfluenti. Voi vi sentite mancare per il caldo e c'è gente che gioca a tennis sotto il sole, vi immalinconite per il grigiore della giornata e c'è gente che è contenta perché il clima promette una grandiosa raccolta di funghi. Siete voi che state sbagliando, dovete solo diventare più forti e trovare gratificazione in ogni piccolo aumento della vostra forza.
Come si fa?

Anziché fuggire, affrontate la situazione climatica avversa.
afaQuindi non usate la strategia della fuga (tipica della personalità debole), ma niente più ventilatori o aria condizionata al massimo (che vi fanno diventare sempre più deboli), smettetela di compiangere la situazione e buttatevici dentro. L'importante è fondersi con ciò che sta intorno: solo così riusciamo ad amare e a essere amati da ciò che prima ci distruggeva. Avete mai notato i bambini quando giocano in un prato? Si buttano per terra e sembrano fondersi con quello che hanno intorno. Poi, crescendo, lo dimenticano, incominciano a odiare l'erba perché sporca i vestiti, non fanno più a palle di neve perché fa troppo freddo, non escono quando piove perché possono prendersi un malanno: incominciano a non sorridere più...
Dovete pensare che tutto è amico: il gran caldo non è fonte di stanchezza, ma è vitale, quella stessa forza che viene dal sole e che significa vita; la pioggia non è malinconica e penalizzante: con la pioggia si possono fare le stesse cose che si fanno con il sole, basta volerlo, basta avere sete per apprezzare le gocce d'acqua che cadono nella nostra bocca aperta all'insù. Chi invece di costruirsi una forza di volontà cerca la fuga, diventa sempre più intollerante, ogni anno fa sempre più caldo ed è sempre più difficile resistere. E poi gli alibi. Contro il caldo il più simpatico è la pressione bassa: peccato che ci sono persone (fra cui il sottoscritto, 100-70) che con la pressione bassa il caldo lo sopportano benissimo; contro il freddo la paura dei malanni: peccato che ad ammalarsi siano proprio sempre quelli che si difendono da ogni intemperie.
È incredibile come la gente non sappia apprezzare la vita che nelle migliori condizioni (e non sempre). Una constatazione tratta dalla mia esperienza personale. Nelle domeniche di sole nelle campagne intorno alla città c'è molta gente: chi fa jogging, chi passeggia con la scusa di cercare un fiore, chi si gode un gita in bicicletta con la famiglia, chi va a cavallo, chi fa fotografie. Ora proviamo ad andare nelle stesse campagne nelle domeniche in cui piove: nessuno o solo qualche "eroe". Morale della favola: chi ha abbandonato solo per il brutto tempo non ama quello che fa quando c'è il sole. Infatti le stesse cose si possono fare anche quando piove. Chi si lascia fermare da una goccia d'acqua non ha una grossa forza di volontà: tornate bambini e non preoccupatevi di tornare a casa tutti bagnati.
Non fate gli eroi - Chi ha capito esattamente che cos'è la volontà anevrotica capirà bene anche questo paragrafo. In effetto quanto finora detto potrebbe essere frainteso nel senso di allenare il corpo a situazioni estreme come se fossimo tutti dei Rambo. In realtà non solo non ce n'è bisogno, ma è addirittura controproducente. Abituarsi a sopportare l'afa estiva non significa abbrustolirsi con tremende scottature sotto il sole di agosto. Accettare il maltempo invernale non significa dormire a gennaio con la finestra aperta o tenere bassissimo il riscaldamento (a proposito leggete come evitare i malanni di stagione). Avere la forza anevrotica di non soffrire il clima vuol dire accettarlo con serenità quando è nella normalità delle cose, non cercare di opporvisi con una lamentela via l'altra. Ci sono persone calorose e persone freddolose, ma, chiariamolo una volta per tutte, il subire gli effetti climatici non significa essere deboli. Si è deboli quando "si crolla dentro": se sono freddoloso metterò il maglione, ma senza deprimermi; se ho caldo bevo e mi svesto, ma non per questo incomincio a sbuffare e a maledire l'afa.
Un ultimo aneddoto. Anni fa avevamo prenotato un campo per giocare la partita decisiva che doveva decidere la superiorità fra noi e i nostri avversari (tutti amici, ovviamente, ma in due scuole distinte). Il giorno prima piovve a dirotto e la mattina continuò con la stessa intensità. Incominciò a serpeggiare l'idea di rinviare la partita e mi dettero l'incarico di avvertire il custode del campo che non avremmo giocato. Due irriducibili mi convinsero però a fare un ultimo tentativo. Facemmo credere a tutti che "gli altri" ci sarebbero stati; fu un lavoro di convinzione molto capillare, psicologicamente perfetto (ad alcuni ricordammo anche che era un peccato perdere la caparra per la prenotazione...). Alla fine ci trovammo in diciotto e giocammo sotto un'acqua battente. Ci divertimmo così tanto che il custode dopo due ore ci avvertì che doveva allenarsi un'altra squadra (nel frattempo ovviamente, all'inizio del secondo tempo, per premiarci era uscito un bellissimo sole).
Ho perso i contatti con i quattro che non vennero, ma sicuramente nella loro vita hanno perso e continuano a perdere molte occasioni.
Continuiamo il nostro corso per aumentare la nostra forza. Ci aspetta ora un compito più difficile che vincere le avversità climatiche: il controllo del nostro fisico.
È abbastanza facile notare che chi soffre di depressione è spesso (non tutti però) un individuo astenico; per amare occorre invece essere forti anche fisicamente. Imparare a controllare il proprio corpo si può fare in tanti modi; in questa sede suggeriamo i tre principali.
La resistenza - Questo sito parla di corsa e di sport per cui sarebbe facile dire genericamente che per essere forti basta fare sport: sarebbe un errore grossolano perché c'è sport e sport e la frase è troppo generica. Come sarebbe grossolano (ed errato) pensare che essere forti significhi avere buone prestazioni fisiche. In realtà quello che è importante è raggiungere un livello di base che separa chi è forte fisicamente da chi non lo è: ulteriori evoluzioni dal livello di base sono funzione dell'interesse del soggetto per lo sport e non devono essere qui prese in considerazione. Il livello minimo è rappresentato dal test del moribondo a cui rimando per sapere cos'è e come si esegue.
sonnoIl cibo - Chi sarà diventato un maestro dell'osservazione avrà notato che per molte persone il cibo è un piacere della vita. Ed è così. Solo che essere forti significa apprezzare il cibo, ma non esserne schiavi. Come essere un sommelier non significa essere un alcolizzato. Chi non sa seguire una dieta e non riesce a controllarsi, mangia ogni volta che ne ha voglia e tutto ciò di cui ha voglia è schiavo del proprio corpo. Imparate ad apprezzare il cibo, ma privilegiate la qualità alla quantità e soprattutto abituato il vostro corpo a essere forte senza essere dipendente dal cibo. Leggete Dieta? No, grazie. Svengo! per capire come persone che non riescono a rinunciare alla brioche o al panino di metà mattina sono poi in realtà sempre a corto di energie.
Il sonno - Anche il sonno è una risorsa fondamentale, ma essere forti significa saper comandare il proprio corpo a non abusare delle ore di sonno. Chi durante il week end o in vacanza si alza tardissimo e impigrisce nel letto ben difficilmente sa controllare il proprio corpo. Se sapeste che l'indomani vi accadrà una cosa fantastica, riuscireste a dormire fino a mezzogiorno o piuttosto non sareste in piedi all'alba? Chi dorme non piglia pesci dice un famoso proverbio; traducendolo secondo un linguaggio più esistenziale, chi dorme lo fa solo in funzione del fatto che non ha niente di meglio da fare: il dormire diventa uno dei pochi piaceri della vita (ridotti male...). Ovviamente non bisogna fraintendere questo paragrafo. Essere nottambuli e dormire solo poche ore per notte non è affatto dimostrazione di forza e di controllo del fisico. Anche in questo caso è importante arrivare a un livello minimo di sufficienza: oltre, entrano in gioco altri fattori che poco hanno a che fare con la forza.
Cosa hanno in comune queste verifiche della forza di controllo del proprio fisico? Semplice:
sonardj
00lunedì 28 aprile 2008 22:07
controllare il proprio fisico significa non essere schiavi del proprio corpo.
Se è giusto ascoltarlo, non è giusto dargliela sempre vinta. Una filosofia del tipo se ho fame mangio, se ho sonno dormo, se sono stanco mi fermo, distrugge ogni forza di reazione. Il saggio sa valutare il messaggio del corpo e la sua forza sta nell'imporre un livello minimo di comando: se sono forte devo riuscire a percorrere almeno 10 km in un'ora, devo svegliarmi prima di una certa ora, devo saper resistere a una mega-abbuffata ecc.
Se avete compreso il filo conduttore del discorso saprete sicuramente coltivare la forza del vostro fisico allenandolo in altri campi oltre a quelli proposti.
Ora sappiamo controllare il nostro corpo; dobbiamo imparare a farlo anche con la nostra psiche. Per raggiungere lo scopo sono insostituibili le tecniche di rilassamento, la base di ogni autocontrollo. Se non riuscite a rilassarvi completamente, non avrete mai il pieno controllo di voi stessi. Tali tecniche vengono insegnate in molte discipline (orientali soprattutto), ma sono esposte in ogni buon libro sul training autogeno che può essere il più rapido punto di partenza (potete consultare anche l'articolo nel sito). Anche in questo caso non è necessario arrivare ai vertici della disciplina. Concentratevi invece sulle basi; se avete comprato un libro sul training autogeno, rileggete cento volte la prima parte e mettetela in pratica fino alla perfezione. Poi potete passare agli "esempi da campo".
Il nuovo obbiettivo è: essere in grado di controllare la vostra psiche in ogni istante, di avere un grande autocontrollo. Quindi:
scatto d'iraCalma - Niente scatti di ira o di nervi; discutete pacatamente con chiunque. Chi si arrabbia, prima di far valere le sue ragioni, deve imparare a badare a sé stesso.
Concentrazione - Non vedete come negativo un rumore che disturba la concentrazione, ma apprezzatelo come una prova (ricordatevi di osservare e di trovare sempre il positivo!). Se non riuscite a studiare o a lavorare solo perché qualche bambino gioca nel cortile sotto casa e fa rumore, dovete fare ancora un po' di strada. Idem se non riuscite a dormire perché il vicino fa baccano o un lavandino perde: non prendetevela con il mondo circostante, siete voi che dovete imparare ad astrarvi, che siete ancora troppo deboli.
Freddezza - Se vi dà fastidio portare l'orologio al polso, portare la fede, vedere Tizio che fa un gesto o Caio che ne fa un altro, riflettete sul fatto che siete troppo vulnerabili perché ad altre persone quelle cose non provocano il minimo fastidio. Quindi impegnatevi a rimuoverle, a essere insensibili alle situazioni esterne. Anche un gioco può essere utile per rafforzarvi: sapete resistere al solletico sotto la pianta dei piedi? A cosa serve? A capire la forza del vostro autocontrollo...
Genericamente si pensa che il controllo della psiche sia attuato con un perfetto autocontrollo, ma come abbiamo visto anche l'autocontrollo è uno stato cui si arriva attraverso l'implementazione di condizioni più elementari come la calma, la concentrazione e la freddezza. In molti individui è presente un certo grado di autocontrollo, ma nonostante ciò non sono individui psichicamente forti. Il loro autocontrollo non è globale, ma piuttosto deriva da situazioni vissute inconsciamente. Per esempio l'educazione può portare un soggetto a controllare inconsciamente la sua ira, oppure l'abitudine alla riflessione può consentire di lavorare benissimo in un ambiente molto caotico.
In realtà l'autocontrollo è un elemento a più dimensioni e l'individuo può svilupparne solo alcune. Diventa cioè importante capire che l'autocontrollo non può essere lasciato alle nostre esperienze di vita, ma deve essere coltivato e allenato.

Chi si limita a un autocontrollo parziale in genere non riesce a sviluppare la sua forza anevrotica oltre certi limiti.
A cosa serve un autocontrollo globalmente ottimo? A completare il miglioramento della propria forza di volontà iniziato con il controllo del proprio corpo, eliminando:

* ogni dipendenza
* ogni fobia.

Per il primo punto rimandiamo all'articolo sul fumo (in particolare leggete la seconda parte) e a quello sugli psicofarmaci. Per il secondo a quello sulle fob
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 03:56.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com