L'amicizia

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sonardj
00lunedì 28 aprile 2008 22:20
Amicizia
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Termini come amicizia, parentela, vicinato ecc. sono spesso usati per descrivere i rapporti umani fra persone che frequentano lo stesso ambito; purtroppo nel linguaggio comune tendono ad assumere valenze e significati poco oggettivi, tanto che si sente il bisogno di utilizzare aggettivi o locuzioni che li caratterizzino meglio (amicizia occasionale, amico per la pelle ecc.).
Proprio per queste ambiguità il Well-being non li utilizza per descrivere l'interazione con il prossimo; la visione dei tre mondi (amore, neutro, odio) descritta in Hard People - La felicità è possibile tende a essere più coerente e meno caotica. Purtroppo siamo stati abituati a ragionare con molti dei termini sopraccitati ed è quindi necessario commentarli alla luce della nuova impostazione. Per esempio può apparire molto complesso relazionare il termine amicizia nella sua accezione comune al mondo dell'amore del Well-being.

L'amico
Il punto di partenza è sicuramente il mondo dell'amore: chiunque migliori la nostra qualità della vita fa parte del mondo dell'amore. Potremmo definirlo un amico. Questa definizione per esempio include anche i parenti positivi ed esclude, relegandoli nel mondo neutro vicini o parenti che sono ininfluenti sulla nostra qualità della vita (i più maligni potrebbero essere tentati di mettere qualcuno di loro nel mondo dell'odio...). In genere siamo tutti propensi a giudicare amici coloro che ci aiutano in modo diretto a vivere meglio, quindi per ora nessuna sorpresa.
L'amicizia convenzionale - Il Well-being è invece molto più critico nel valutare le false amicizie. Per motivi vari, del resto facilmente intuibili a partire dalle definizioni, le personalità svogliata (pigrizia), mistica (motivi religiosi), debole (per evitare gli scontri), sopravvivente (per la propensione ad accettare ciò che ha intorno), insufficiente (per la speranza di un possibile aiuto) e patosensibile (perché ipersensibile al dolore altrui) tendono a inserire nel mondo dell'amore persone che dovrebbero stare nel mondo neutro.
A prescindere dalla personalità, il risultato è sempre lo stesso: oneri aggiuntivi per gestire rapporti tutto sommato improduttivi. A volte, tale comportamento genera addirittura malintesi che portano poi a scontri personali anche accesi. Infatti un rapporto umano coinvolge sempre almeno due persone per cui, se trattiamo da amico una persona che ci è indifferente, pretendere in una successiva occasione di ignorarla è abbastanza difficile. Un esempio classico è chi si prodiga in tanti piccoli aiuti a colleghi, vicini, conoscenti e si lamenta poi di "non avere tempo per sé".

Il vero amico
Muller - AmicheFacciamo un altro passo. Tutti abbiamo ben presente che nel nostro mondo dell'amore non tutti i soggetti hanno la stessa importanza. Se per partner, figli, genitori ciò appare ovvio, cosa ci fa considerare un amico come speciale? Ogni amico può essere legato a un ambiente di frequentazione, almeno iniziale: ci si conosce a scuola, al lavoro, per un evento, una passione comune. L'amicizia può rimanere legata a tale ambiente oppure può estendersi a macchia d'olio ad altri aspetti della nostra vita. Quando la sintonia (o come si dice comunemente, il feeling) è abbastanza ampio da consentire positivamente di stare insieme nella nostra vita privata (quindi al di fuori dell'ambito iniziale), in genere si parla di vera amicizia. Più precisamente, l'amico è un amico parziale (legato ad un ambito), mentre il vero amico è un amico totale. Con un vero amico si può andare in vacanza, con un semplice amico magari non è opportuno perché nella vita privata emergerebbero le differenze e i contrasti che nell'ambito comune sono assenti. Molte persone sono amiche sul lavoro (nel senso che lavorano e collaborano bene insieme, tanto da migliorare reciprocamente le loro giornate), ma possono frequentarsi pochissimo o per niente nella vita extralavorativa.
Il passaggio da parziale a totale può essere fonte di notevoli problemi.
L'insofferente - Ci sono persone (quasi sempre insofferenti, insoddisfatti o romantici) che tendono a "pretendere" che esistano solo amici totali; gli amici parziali vengono visti non nell'ambito di confronto, ma in qualunque aspetto della propria vita privata: non superando l'esame vengono bocciati e lasciati. Ovvio che un tale comportamento possa restringere moltissimo i rapporti umani, arrivando al limite a una vita senza amici. L'ovvia soluzione è accettare la parzialità del rapporto d'amicizia legato al solo ambito che l'ha generata: se in una mia passione ho un ottimo feeling con Tizio, che importanza può avere se negli altri aspetti della vita è "molto diverso da me"? Perché sprecare l'intesa parziale per un giudizio globale assolutamente inutile al di fuori dell'ambito in cui lo frequento?
L'amicizia costruita - Se vogliamo, è una versione più drastica dell'amicizia convenzionale e il comportamento è l'opposto di quello insofferente: si valutano (o si vorrebbe che fossero) veri amici persone che possono essere solo amici parziali. Colleghi di lavoro o persone che condividono i nostri hobby vengono "inglobati" nella nostra vita e, quasi a forza, si cerca di renderli perfettamente compatibili a noi. A volte può essere per semplice ottimismo, altre volte per la "disperazione" di avere qualcuno nei momenti più intimi della nostra vita privata. Quando i nodi vengono al pettine, l'amicizia è avvertita come un peso e il tentativo di costruirne una vera degrada un'amicizia parziale che poteva essere comunque molto positiva.

Il dinamismo
Se ci si sofferma sulla definizione di amico ben si comprende come il nostro mondo dell'amore sia comunque variabile (e quindi anche quello neutro). Persone che erano amiche tempo fa, oggi possono diventare neutre o viceversa. La cosa vale sia per l'amicizia parziale sia per quella totale (pensiamo alla frase comune "non è più lui, è cambiato"). Esempio classico quello dei compagni di scuola (fra i quali veri amici o per lo meno amici) che si incontrano dopo tanti anni: molti di loro non avvertono più lo stesso feeling perché la vita li ha profondamente cambiati; altro esempio è rappresentato da persone che perdiamo di vista perché noi o loro abbiamo abbandonato un ambito comune.
Dinamismo non significa però "confusione fra i mondi". Troppe persone non sanno valutare correttamente coloro che hanno attorno, semplicemente perché non se lo chiedono. Questa mancanza di valutazione (che invece è comune per il partner verso il quale è normale chiedersi se lo amiamo, quanto lo amiamo ecc.) non consente di definire il rapporto che abbiamo con l'amico (o il conoscente del mondo neutro) senza contraddizioni.
Di fronte a una persona,

ognuno di noi dovrebbe essere in grado facilmente di stabilire se è un semplice conoscente, se
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