Il linguaggio dei simboli

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sonardj
00lunedì 12 novembre 2007 14:54

Il linguaggio dei simboli
Sandro Montironi
IL FASCINO DI UNA TECNOLOGIA SOTTILE

Il simbolo è un linguaggio dell'universo che, anche se indecifrabile per la maggior parte degli uomini contemporanei, rappresenta una struttura fondamentale della realtà.

Quando nell'antichità gli iniziati tracciavano una figura geometrica, triangolo, pentagono o cerchio, si collegavano automaticamente ad un aspetto della scienza assoluta; dal simbolo si possono infatti ricavare i concetti e le verità che esso concretizza.

Anche oggi, impiegando rivelatori di frequenza ed altre apparecchiature scientifiche di alta sensibilità, si può verificare che il disegno di una qualsiasi figura geometrica piana, realizzato su carta o inciso, come pure una qualsiasi figura geometrica semplice tridimensionale, fa nascere tutto intorno un campo energetico vibrazionale avente una specifica “onda di forma”.

Non esistono figure geometriche neutre. Se ne deduce che ogni simbolo, inserito in un dato ambiente, influenza la vita circostante con le proprie vibrazioni di cui, almeno sul piano teorico, è possibile la rilevazione strumentale.

Le onde sono penetranti e la grande parte dei materiali del piano fisico non sarebbe in grado di arrestarle. Ogni forma inserita in un dato ambiente ha la possibilità di assorbire, emettere, riflettere o deformare, in tutto o in parte, l'energia vibrazionale che lo colpisce.


SIMBOLI COME MACCHINE

Molti reperti archeologici rinvenuti negli ultimi tempi riportano incisioni di figure geometriche, su pietra o sul terreno, come spirali, cerchi e triangoli.

Tracciando o incidendo tali simboli si attivava il rapporto di certe forze e ritmi e si potevano determinare certi fenomeni. Oggi potremmo dire che erano macchine che concentravano, nel luogo prescelto, una particolare energia preesistente nel campo energetico circostante.

Quando lo scienziato della remota antichità aveva bisogno di ricavare un particolare effetto, tracciava, manualmente e con la forza della mente, una figura geometrica semplice o complessa, nella perfetta conoscenza, nel luogo stabilito e con l'orientazione necessaria.

La figura, così definita, richiamava dalla natura l'effetto corrispondente consentendo il fenomeno secondo: la potenza del simbolo.
Si realizzava infatti una serie di reazioni a catena che sommandosi tra di loro realizzavano un fatto.

Oggi il fisico, insieme al matematico, strutturando le sue equazioni non fa altro che richiamare dei valori che danno la spiegazione del fatto.

Negli ultimi tempi questi simboli funzionano con una potenza molto inferiore rispetto al passato perché sono venuti a mancare elementi di risonanza e si sono interrotti rapporti col cosmo; così il simbolo, rimasto parzialmente muto, si è ridimensionato a un segno grafico.

Grazie all’arrivo di simboli complessi dal cosmo, ritengo che i tempi attuali siano maturi per riavviare il ripristino della grande potenzialità di cui il simbolo è portatore.

Nella simbologia cosmica il potere dei datori di un simbolo è regolato da precise formazioni corpuscolo-ondulatorie che determinano onde di diversa forma, natura e frequenza.

Ogni tratto di un simbolo complesso si collega a diverse componenti vibrazionale, colometriche e musicali. L'emissione ondulatoria che si genera con l'attivazione musicale corrisponde ad una determinata lunghezza d'onda e a una data frequenza.

Le note musicali servono ad evitare uno scollamento energetico tra persone non affini. Per rendere ottimale l'ambiente occorre impegnare diverse ottave musicali. Il suono a vibrazione elevata serve da rottura, quello medio come equilibrio e quello grave come tonico.

Altri fattori da considerare sono i campi magnetici del territorio in cui si opera, le condizioni atmosferiche ambientali, l'ora in cui viene collocato il simbolo e il suo orientamento rispetto alle onde vibratorie terrestri.

Tutti questi fattori concorrono per determinare la potenzialità del simbolo.
Nella sua complessità, l’importanza del simbolo riguarda dimensioni che vanno oltre il tracciato che segue la mano.

E’ la mente che indirizza l'onda specifica che farà vibrare l'ambiente in cui è posto. In certi casi occorre attivare l'onda con la gestualità e, quando richiesta, con la vocalità di una parola di comando, con appropriati colori e note musicali di attivazione di una certa durata. Quando il compito è terminato, il simbolo va riassorbito con una chiave di chiusura.

Per cercare di intuire qualcosa in più è necessario spendere due parole sulla natura della realtà.

Negli ultimi decenni modelli proposti dalla fisica quantistica presentano una similitudine con quanto tramandato da millenni dalla cultura orientale. Una caratteristica fondamentale della realtà è la sua unità; è quindi assurdo considerarla composta di parti come i getti di una fontana separati dall'acqua da cui provengono.

La fisica classica ha infatti studiato solo gli oggetti macroscopici percepibili dai sensi e ha considerato solo il livello percettibile del movimento della realtà.

Il cosmo contiene però molto di più di quanto la percezione sensoriale conceda. Lo spazio che ci circonda è un pieno di luce, cioè di vibrazioni elettromagnetiche con ampio intervallo di frequenze che si intersecano ed interagiscono costantemente tra di loro per formare un ologramma cosmico.

Sia detto per inciso che il modello olografico del cosmo sta ricevendo sempre maggiori consensi dal mondo accademico. La materia, oggi considerata una forma di energia compensata, non risulta più formata da corpuscoli infinitesimi in movimento ma solo da vortici vibrazionali di onde elettromagnetiche.

Il lavoro congiunto di fisici e neurofisiologi ha portato poi al risultato che i nostri cervelli costruiscono matematicamente la cosiddetta realtà oggettiva interpretando frequenze che arrivano da altre dimensioni; il cervello viene considerato un programma celato in un cosmo olografico ed interagente con esso che si comporta come una stazione rice-trasmittente sintonizzata sulle frequenze corrispondenti al suo sentire interno.

L'identità di ognuno può essere individuata dalla sua frequenza liberatoria che è la risultante delle vibrazione del corpo fisico emozionale mentale e spirituale.

fonte: auraweb
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