File Sharing, sbarca sul cellulare

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sonardj
00venerdì 6 maggio 2005 01:58
Da pochi giorni il cellulare serve anche per scambiare canzoni
con i propri amici. Il peer to peer è sbarcato su rete mobile
cominciando dalla Spagna, dove è già realtà per i quasi 19
milioni di utenti nazionali di Telefonica, un gigante presente
in 16 Paesi del mondo.
Il programma è stato creato da Melodeo, un’azienda di Seattle
(con filiale in Gran Bretagna), e pare abbia già catturato
l’interesse delle major del disco.

Anche Telefonica è soddisfatta: grazie al peer to peer, sta
vendendo molte canzoni: dalle quattro alle dieci volte in più
rispetto alla concorrenza. Gli Operatori di rete mobile anche
in Italia da qualche mese vendono musica dai propri portali, che
vantaggio c’è a farlo tramite il peer to peer? Maggiori margini
di profitto e minori costi per le canzoni, poiché con il peer to
peer è possibile farle arrivare agli utenti con un consumo minimo
di risorse della rete mobile.
Gli utenti di Telefonica possono scambiarsi file in due modi:
direttamente, mettendo vicini i cellulari e usando connessioni
Bluetooth (a onde radio) o a infrarossi; oppure a distanza,
inviandosi un SMS con il link al file da scaricare, selezionato
dal catalogo di Telefonica. Solo nel secondo caso se ne sfrutta
la rete. Nel primo, l’utente riceve il file gratis; ma può
ascoltarne non più di 30 secondi, perché il brano è protetto da
una licenza Drm (Digital rights management).
Per ascoltarlo tutto, deve acquistare da Telefonica il codice di
sblocco, al costo di 1,50 euro. Se scarica il brano dai server di
Telefonica, invece che da un amico, paga invece di 2,00 euro.

Il download è incoraggiato anche dal fatto che il peer to peer
tende a generare un senso di appartenenza a una comunità, basata
su uno scambio di brani, che possono anche essere regalati da
utente a utente, oltre che raccomandati. Telefonica incentiva il
file sharing regalando una traccia ogni cinque inviate agli amici
e da loro acquistate. Nascerebbe insomma un circolo virtuoso, in
cui più si riceve più si ha voglia di dare file (e viceversa).
È proprio la filosofia, il meccanismo che ha spinto in alto il
peer to peer più famoso, quello di file illegali. Ha conquistato
così tanti cuori che adesso qualcuno cerca di trarne la formula
per un business legale. L’idea è venuta anche a un’azienda italiana,
Fasteer, che nei prossimi mesi lancerà un peer to peer di brani
legali, con licenza, ma fatto tramite computer.
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