ADDIO 'FRIENDS', IN USA ARRIVANO I TEENAGER TERRORISTI

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sonardj
00domenica 24 luglio 2005 00:52
V: ADDIO 'FRIENDS', IN USA ARRIVANO I TEENAGER TERRORISTI
WASHINGTON - C'era un tempo in cui l'America raccontava le nuove generazioni in serie tv come 'Friends' o 'Beverly Hills 90210', dove il peggio che poteva accadere ai protagonisti era una morte in famiglia o distruggere la Ferrari di papa'. Nell'era del terrorismo, pero', anche Hollywood si adegua: mentre Londra trema e a Sharm El Sheikh si contano i morti, in uno studio a Los Angeles si gira 'Sleeper Cell', una serie dedicata a un gruppetto di adolescenti musulmani californiani che sognano stragi in nome di Allah. L'idea e' quella di raccontare il pericolo del terrorismo descrivendolo non come un corpo estraneo agli Usa o un prodotto d'importazione incarnato da figure come i kamikaze dell'11 settembre 2001, bensi' come una scelta che puo' attrarre anche giovani americani. In 'Sleeper cell' (cellula in sonno, dal gergo investigativo che descrive un nucleo di terroristi in attesa di colpire), il network televisivo Showtime mostrera' in 10 episodi le gesta di un ricco e biondo studente di Berkeley convertito all'Islam, di un ragazzo francese che studia in California e di un musulmano bosniaco carico d'odio per aver perso la famiglia nei conflitti balcanici degli anni '90. Un terzetto che fa la vita normale dei coetanei - studio, feste, ragazze, bowling, bravate - ma in realta' passa gran parte del tempo a pianificare come far saltare l'aeroporto di Los Angeles o lo stadio Rose Bowl. Tra i 'Friends' in versione jihadista si infiltra l'attore di colore Michael Ealy, nelle vesti di Darwyn, un musulmano devoto che in realta' e' un agente sotto copertura dell'Fbi e che alla fine blocchera' i progetti degli altri, garantendo il lieto fine (salvo sorprese da parte degli sceneggiatori). 'A spingerci a proporre un lavoro del genere e' stata la modalita' con cui fino ad ora sono stati descritti i terroristi dopo l'11 settembre', raccontano Cyrus Voris e Ethan Reiff, i produttori esecutivi, che hanno descritto la serie al Los Angeles Times. 'Lo stereotipo e' sempre quello del cattivo dei cartoni animati, un terrorista arrivato da un paese sconosciuto e malvagio. Un modo di descrivere la realta' che ci ha fatto infuriare'. I terroristi reali di oggi, per Voris e Reiff, sono quelli emersi a Londra, ben integrati nella societa', gente 'normale' che all' improvviso rivela la vocazione a farsi saltare in aria in nome di Allah. Uno sceneggiatore di origine pachistana, Kamran Pasha, e' la mente dietro il progetto: 'Ci sono pochissimi musulmani a Hollywood - spiega - ma e' inutile che il mondo musulmano si lamenti di come viene dipinto qui: se non sei dentro questa industria, nessuno racconta il tuo punto di vista'. Pasha ha scelto di far affrontare ai suoi protagonisti temi caldi dell'attualita', con episodi in cui ci saranno riferimenti ad Al Qaida e a Guantanamo e momenti drammatici in cui l'eroe della serie, Darwyn, affronta dei teppisti americani che vogliono pestare un Sikh ritenendolo un musulmano. In un'altra puntata, uno studioso islamico yemenita viene mostrato mentre si scontra all'universita' con i ragazzi della 'cellula', smontando la loro ammirazione per Osama bin Laden e spiegando come Al Qaida abbia distorto l'insegnamento del Corano. La serie, che debuttera' in tv negli Usa a dicembre, e' gia' al centro di polemiche soprattutto sui blog conservatori, a cui non piace l'idea di descrivere i terroristi come bravi ragazzi della porta accanto. Anche nelle comunita' musulmane negli Usa ci sono riserve e il regista, Ziad Doueiri, di origine libanese, ha raccontato di aver gia' ricevuto qualche pressione da amici e parenti perche' rinunci all'incarico. (ANSA).
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