Tenchu: Fatal Shadows - Playstation 2 (Recensione)

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tenorsax1
00sabato 26 marzo 2005 00:33
Belle, intelligenti e LETALI, ecco le due protagoniste del nuovo Tenchu. La stringata descrizione corrisponde al vostro ideale di femme fatale? Abbiamo quello che fa per voi, non contradditele mai o vi ritroverete col cuore spezzato (letteralmente).

Sono passati quasi due anni dall’ultima comparsa di Tenchu, e ora i ragazzi di From Software provano ancora una volta a stupirci con un secondo episodio a 128 bit intitolato Tenchu: Fatal Shadow.
Il recente Tenchu: Wrath of Heaven si rivelò degno successore dei primi due ottimi capitoli apparsi su Psone: tecnicamente ben fatto, portava la serie ad alti livelli grafici, lasciando invariato il gameplay che tanto aveva riscosso successo e ammirazione da parte di moltissimi videogiocatori.
Nonostante tutto, Wrath Of Heaven ebbe un accoglienza tiepida, stranamente non riscosse gli stessi esiti positivi dei primi Tenchu, forse a causa di un concept di gioco per nulla rivoluzionato.
In Fatal Shadow rivestiremo i panni di Ayame, vecchia conoscenza già presente nei precedenti capitoli e della “novizia” Rin, desiderosa di vendetta nei confronti di chi ha ucciso la sua famiglia e distrutto il villaggio dove viveva.
Le storie delle due protagoniste si intrecceranno e in più di un occasione si troveranno a combattere l’una contro l’altra conferendo suspance e colpi di scena ad una trama interessante e ottimamente integrata grazie anche alle ottime sequenze in computer grafica e intermezzi di tavole disegnate a mano.

Il concept è rimasto pressoché immutato ed è proprio questo che lo rende da questo punto di vista ormai superato, visto e considerata la completezza raggiunta da altri stealth quali Splinter Cell, Metal Gear o lo stesso Thief.
Questo Fatal Shadow risulta ad un primo impatto più immediato dei predecessori: i combattimenti appaiono molto semplici (fin troppo) e ci ritroveremo ad usare sempre e solo il tasto di attacco e parata oltre che ad usare i simpatici accessori in dotazione; bombe, stellette, chiodi, archi e molto altro, che dovremo razionalizzare come sempre all’inizio di ogni livello. Naturalmente stiamo parlando di uno stealth, dovremo quindi cercare di trovarci il meno possibile alle strette e affrontare il nemico solo in casi di estrema necessità, se però compiremo qualche errore e verremo scoperti non c’è da preoccuparsi più di tanto (dal lato del gameplay però si). E’ vero, le guardie chiameranno i rinforzi e ci daranno la caccia, ma basterà saltare su un tetto o nasconderci in un luogo appartato per far calmare le acque e assistere alle guardie che riprendono la ronda; a dirla tutta a volte ci è capitato di essere perfettamente visibili agli occhi di più nemici, ma di non venire scorti.
Camminare a passi felpati, sbirciare da dietro i muri e studiare il percorso dell’avversario sarà quindi inevitabile. Tutto nella norma insomma se non fosse per le telecamere che riescono a complicarci la vita come non mai: una volta appostati su un piano alto, la scomoda gestione della telecamera non riuscirà a farci vedere, come dovremmo, la posizione del nemico sotto di noi, costringendoci a cambiare continuamente zona di appostamento alla ricerca di una visuale panoramica che ci faccia appunto scorgere lo sfortunato di turno, tendergli un bell’agguato dall’alto e proseguire indisturbati.

Trovata simpatica è quella di ingannare il nemico tuffandosi fugacemente in uno dei tanti fiumiciattoli o laghetti presenti e rimanere in apnea respirando per mezzo di una canna, per aspettare che il nemico si dilegui o magari tendergli un agguato improvviso.
Una volta giunti alle spalle del malcapitato, basterà premere il tasto quadrato e ammirare la violenta sequenza al rallentatore che mostrerà diverse tecniche mortali tanto spettacolari e suggestive quanto violente e crude.
In basso a destra troveremo un comodo e inusuale indicatore di allerta che muterà simbologia a seconda dello stato di sospetto da parte dei nemici. Questi ultimi non dimostreranno mai una grande sagacia, limitandosi a venirci incontro senza alcun tipo di tattica difensiva. Questo, come detto precedentemente, li rende dei facili bersagli da abbattere senza alcun problema di sorta.
Come gameplay quindi nulla di esaltante e innovativo, e purtroppo la stessa cosa accade per la veste grafica. Il motore grafico appare vetusto e non sembra affatto migliorato: risulta addirittura migliore il precedente capitolo che ricordiamo è uscito quasi due anni fa; visivamente parlando non fa una brutta figura ma ci saremmo aspettati decisamente di meglio, almeno vista la concorrenza in campo stealth. I modelli delle due eroine sono composti da un buon numero di poligoni, al contrario dei nemici, che come spesso accade appaiono meno definiti e più semplici. Le texture risultano slavate ma contornate da calde tonalità che rendono tuttavia godibile la resa visiva, nonostante la presenza di aliasing soprattutto su edifici e vegetazione.
Le fluide animazioni dei personaggi tendono a diventare legnose in alcuni casi, soprattutto da parte degli antagonisti che vedremo spesso camminare imperterriti contro una parete o un albero non curanti della nostra presenza, risultando alquanto comici e goffi.
Nel contesto però questi difetti non rendono nefasto il giudizio finale. Non siamo di fronte ad un capolavoro, questo è ovvio ma chi ha già vestito gli abiti di un ninja, videoludicamente parlando, si troverà sicuramente a suo agio. Siamo di al capitolo della serie probabilmente meno riuscito dal punto di vista tecnico ma non per questo, non degno di attenzione.
tenorsax1
00sabato 26 marzo 2005 00:33
tenorsax1
00sabato 26 marzo 2005 12:40
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