Conker: Live & Reloaded - Xbox (Recensione)

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tenorsax1
00lunedì 18 luglio 2005 02:21
Lo scoiattolo più irriverente della storia dei videogiochi è tornato.

Remake del Bad Fur Day per N64 (Rare, 2000), vitaminizzato da un motore grafico fuori dall’ordinario e una modalità Live dove sfogare la depressione giornaliera, valutare idoneamente Conker Live & Reloaded costringe a mettere in disparte il timore reverenziale verso l’opera Rare originale, chiudere un occhio su un prodotto vetusto che trova nelle nuove modalità il suo lato peggiore, eppure decantarne la magnificenza ludica. Si, avete letto bene. Pur nella sua imperfezione di fondo, Conker Live & Reloaded è un titolo dannatamente divertente. Sciolto il nubilato con Nintendo e sposata la causa Microsoft, Conker, dopo Grabbed by the Ghoulies, è il secondo progetto della softco fondata da Tim e Chris Stamper ad approdare su Xbox. Nonostante il flop commerciale e la scarsa distribuzione del prodotto (i maligni potrebbero parlare di boicottaggio da parte di Nintendo), uscito nel 2000 quando il N64 già da tempo arrancava, i giudizi elogiativi da parte della comunità sono una referenza di tutto rispetto.

E’ lecito domandarsi cosa i programmatori abbiano ingerito\tracannato\fumato prima di partorire un simile impianto narrativo? Si, specialmente se il fulcro attorno al quale ruota la vicenda è uno scoiattolo rosso, presentato su un trono mentre il nostro Dolby 5.1 spara le note di Arancia Meccanica. E se al posto del classico animaletto giocondo e gaudioso in pieno stile Walt Disney, abbiamo un essere quasi partorito da una mente malata. O geniale, fate voi. Ma non è la presentazione del protagonista a destare stupore, quanto una vicenda dove uno scoiattolo – Conker appunto - è al centro di una caccia da parte di Panther-Like King, in quanto utile come rimpiazzo alla gamba del proprio tavolino adibito ad appoggio per il latte.

Strampalato? Bislacco? Sarebbe riduttivo. Perché poi abbiamo i Tediz, l’alveare di un’ape regina rubato, un topo scorreggione da sfamare di formaggio, una margherita pettoruta che nemmeno Pamela Anderson dopo svariate operazioni e una scoiattolina ginnasta che nemmeno Pamela Anderson senza le svariate operazioni chirurgiche. Il che, ludicamente parlando, si traduce in un platform dai connotati atipici, dove imperversano vari generi che sfrecciano sulle note della comicità imbastendo uno spettacolo ameno al mercato videoludico tanto nel 2000, quanto adesso, anno domini 2005. Molteplici le sfaccettature presenti: sparattutto in terza persona, racing game, survival horror, e svariate altre divagazioni. Un mix di generi che porta a una considerazione: ben lungi dall’innovare, quanto dal proporre un altissimo livello qualitativo in ogni sua minima sezione, Conker trova nell’impianto narrativo e in situazioni sempre varie un paracadute che gli evita uno sfracellamento a terra dovuto ad alcune decisioni discutibili. Se in Prince of Persia le visioni del principe erano necessarie per superare puzzle ambientali che richiedevano un attento studio del level design, in Conker le zone di contesto sono molto più che un semplice suggerimento su come proseguire. Che poi si potrebbe disquisire sull’IA degli avversari, su alcune deficienze della telecamera o ancora su alcuni passaggi sottotono, ma in un simile prodotto citare le superficialità contribuisce a decantarne la sua magnificenza.

Ma il punto focale è uno: se il fine primo di un videogioco è quello di ricreare divertimento, cercando di mantenere alto l’interesse fino all’epilogo, allora diciamo che Conker svolge il suo sporco lavoro con diligenza. Scaltrite citazioni ludiche affollano una galleria ricca di trovate che pare non conoscere soste, traendo spunto dal calderone ora della comicità (peraltro volgarotta, quindi sempre ben accetta), ora del mondo del cinema. Una comicità basata sul citazionismo che parte da Matrix, passando per Dracula, Arancia Meccanica, Star Wars fino ad arrivare a Salvate il Soldato Ryan. Irriverente, tutt'altro che politically correct a cominciare dalla copertina (sottile allusione erotica presente), dall’incipit fino all’epilogo Conker è un contenitore di ironia, comicità, scaltrite citazioni cinematografiche che, con il suo linguaggio ricco e corposo, le situazioni esilaranti, la sagacia nel superare i vari passaggi e i vari cattivoni di turno, incolla il fruitore allo schermo per tutta la durata dell'avventura in singolo (invero corta, attestandosi sulle dieci ora complessive).

Differente è il discorso proferibile nei confronti della modalità Live!, che pur presentandosi sotto la smagliante forma di sparatutto in terza persona, trova nella diversificazione in classi dei vari personaggi (ciascuna con caratteristiche specifiche) la maggiore attrattiva, ma che poi appare per certi versi non perfettamente bilanciata (in quanto ad armi ed abilità). Tecnicamente parlando, pare siano passate tre generazioni dalla versione per N64. Il lavoro certosino svolto dai grafici Rare, porta Live & Reloaded ai massimi vertici della categoria su Xbox. Effetti di luce dinamici, texture esemplari, modelli poligonali curatissimi e una pulizia e ricchezza visiva incredibile, il tutto mosso da un motore grafico che gestisce il tutto in perfetto surplace, lo rendono una gioia per gli occhi. Fuori parametro è anche il reparto sonoro (valida la traduzione a testo in italiano, pur presenti alcune sbavature), che vanta uno degli accompagnamenti musicali più riusciti della storia dei videogiochi (alcune canzoncince sono degne di reminiscenza). I talenti che hanno dato voce ai fiumi di parlato presenti, tra cui Chris Seavor e Chris Marlow, sono rispettivamente Lead Designer e Lead Software.
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