"Caro amato ragazzo..." Lettere del poeta Walt Whitman

"Caro amato ragazzo..."
Lettere del poeta Walt Whitman

Centodieci lettere, un solo mittente, un unico destinatario. Caro amato ragazzo non è soltanto una raccolta della corrispondenza scambiata tra il 1868 e il 1880 dal poeta Walt Whitman con un giovane vetturino, Peter Doyle, cui Whitman era legato da profonda e tenera amicizia. Quelle raccolte in Caro amato ragazzo sono centodieci lettere che offrono una testimonianza dell’uomo Whitman, prima che del poeta, autore del capolavoro Foglie d’erba.

Walt Whitman e Peter Doyle si conobbero a Washington, probabilmente nel 1866. Il poeta americano aveva già quarantasette anni e il vetturino appena diciannove: “Ci siamo sentiti subito attratti l’uno dall’altro – rivelò Doyle dopo la morte del poeta – era una notte di tempesta, un temporale tremendo. Io facevo il conduttore di carrozze, lui era l’unico viaggiatore. Era come se ci fossimo conosciuti da sempre. Gli misi una mano sul ginocchio, ci capimmo”. Così iniziò una intensa amicizia, fatta di passeggiate notturne tra il Capitol e il ministero del Tesoro, di lunghe chiacchierate, di gesti affettuosi.

Sono proprio quei giorni di spensieratezza trascorsi con il giovane ad essere ricordati con nostalgia nelle lettere scritte al vetturino dopo il trasferimento di Whitman da Washington a New York: “Caro compagno, penso molto a te. Il mio amore per te è indistruttibile e da ieri a oggi è aumentato”. “Credo che se potessi avere un alloggio a Washington, un alloggio tutto mio e tu con me, potrei essere davvero felice”.

Ma nelle lettere di Whitman la nostalgia e la speranza di ricongiungersi al suo Pete spesso lascia il passo alla passione civile, alle descrizione e alla riflessione sugli avvenimenti politici in una America in pieno sviluppo industriale: “Caro piccolo Pete, c’è un gran fermento per il risultato delle elezioni, come penso sia anche a Washington. I democratici sono piuttosto neri e i repubblicani al settimo cielo. Penso che si il successo di Grant sia ormai una certezza. Mentre ti scrivo le bande sfilano in parata lungo la strada e i tamburi rullano. E siamo appena in mattinata. Stasera udremo grandi spari e vedremo fuochi d’artificio”.

E ancora: “Caro Pete, non posso cominciare che con il dirti come i democratici accorressero a decine di migliaia. L’intera città era illuminata a torce. Tornando a casa, sulla Seconda strada, tra la mezzanotte e l’una, siamo stati bloccati da una grande parte del corteo che ritornava. Ho goduto molto lo spettacolo dalla piattaforma anteriore. L’eccitazione, l’impeto e le infinite fiaccole mi hanno deliziato. Ti ho inviato l’Herald con una specie di resoconto della manifestazione, ma non le rende giustizia. Le parole non hanno molta importanza”.

I ricordi dei tempi passati insieme a Washington, le pagine in cui riaffiora la passione politica del poeta si alternano con il racconto del quotidiano, dell’ordinario di una persona straordinaria. Così Whitman parla al suo amico del clima di New York (“Caro figlio, sono nella stanza con la mia mammina. E’ una giornata nuvolosa e cupa e in questo momento piove a dirotto”), oppure descrive con precisione la sua dieta (“Ho pranzato con roast-beef, fagioli, pane, burro dolce e marmellata di mirtilli, il tutto con una tazza di tè. Proprio un buon pranzo cui ho fatto molto onore”).

Caro amato ragazzo è un libro che i lettori di Whitman non possono lasciarsi sfuggire. I toni semplici, intimi e diretti delle lettere mostrano il lato privato di uno dei poeti più grandi dell’Ottocento. Riunite e pubblicate in un volume a Boston nel 1897, queste lettere non erano mai comparse in Italia. Ci ha pensato l’Armando Curcio Editore, affidando ad Enzo Giannelli la cura di un’edizione per la collana Biblioteca del Grano.

Giovanni Di Stefano

Walt Whitman (a cura di Enzo Giannelli)
Caro amato ragazzo
Armando Curcio Editore
Pagine 159
Prezzo 10,50 euro

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