Il CONFUCIANESIMO

Il CONFUCIANESIMO



Il CONFUCIANESIMO è l’insieme degli insegnamenti di Confucio e dei suoi discepoli che ha dominato la vita politica, etica e religiosa della Cina per più di duemila anni. Si affermò nel V secolo a.C. in Cina, diffondendosi in seguito in Corea, Giappone e Vietnam. Non è una religione istituzionalizzata, non ha dogmi né clero; Confucio è maestro e saggio ma non è considerato una divinità. I templi costruiti in suo onore non sono luoghi destinati alla preghiera ma edifici pubblici per cerimonie.

I principi del confucianesimo sono stati raccolti da Confucio e dai suoi discepoli nei “Cinque Classici” (Wujing)e nei “Quattro Libri” (Sishu), che non hanno un carattere religioso, non si parla né di rivelazioni, sacramenti o miracoli ma trattano soprattutto di regole per l’agire pratico. I Wujing raccolgono antichi documenti, poemi, principi per una corretta condotta e manuali di divinazione; di questi fanno parte i Ching, Libro dei Mutamenti: testo divinatorio, filosofico e morale. I Sishu, è un insieme delle massime di Confucio che ne rappresentano la dottrina morale e politica, del filosofo Mencio e commenti dei loro discepoli.

Gli insegnamenti di Confucio, tramandati oralmente e scritti dai suoi discepoli, erano un tentativo di ristabilire dei valori e una morale che si era perduta. Confucio diede molta importanza all’educazione dei giovani perché riteneva che le riforme si sarebbero potute attuate mediante la rigenerazione dell’individuo e della famiglia, infatti riteneva la Virtù una qualità acquisibile, da qui l’importanza dell’educazione. L’etica confuciana si basa sul concetto di ren, cioè amore e sensibilità, considerata la virtù primaria. Le azioni umane dovevano basarsi sulla rettitudine, giudizio, lealtà, benevolenza e amore filiale; chi possiede tutte queste virtù diviene un saggio cioè un uomo nobili di spirito. Il Confucianesimo si presenta come una religione civile, in quanto i suoi principi vengono applicati anche alla politica; lo Stato è concepito come una grande famiglia, un governo paternalistico, in cui il sovrano deve essere benevolo e governare con virtù e i sudditi in cambio devono essere leali e rispettosi.

Accanto al culto dello Stato, sono presenti una serie di rituali, generati dall’imperatore in onore del Cielo, della Terra e dei suoi Antenati. Il Culto degli Antenati, consiste nella venerazione dei parenti defunti e nella credenza che questi abbiano il potere di influenzare ciò che accadrà e di proteggere la famiglia. Nei loro confronti ci si comporta rispettosamente in quanto l’antenato trascurato può provocare infortuni e malattie.

Alla morte di Confucio si diffusero due correnti di pensiero, quella di Mencio e quella di Xunzi.

Mencio trasmise la dottrina morale e politica del suo maestro. Considerava la bontà una virtù innata nell’uomo che a causa di contatti con ambienti non sani poteva venire corrotta, da qui la necessità di preservare la bontà tramite l’educazione. Xunzi sosteneva che ogni individuo nasce con una natura malvagia e il compito dell’educazione morale era quello generare la bontà; il carattere dell’individuo doveva essere plasmato e i desideri repressi.

CONFUCIO (LU 551-479 a.C.), nato da una famiglia di origine nobile, crebbe orfano di padre e in povertà. A 22 anni, dopo aver vissuto di lavori manuali, divenne un insegnate, circondato da ragazzi di varie condizioni.

Convinto di vivere in un’era di corruzione morale e politica cercò, con i suoi insegnamenti, di cambiare la società dal punto di vista politico, sociale e religioso. Visse gli ultimi anni della sua vita errando con i suoi discepoli e interessandosi alla poesia e alla musica.