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ALFABETIZZAZIONE EMOZIONALE: UN PERCORSO

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2009 02:32
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31/01/2009 02:32

La metodologia dal carattere esperienziale seguita negli incontri e realizzata con l’ausilio di opportuno materiale didattico, ha reso possibile all’interno del gruppo-classe l’organizzazione di uno spazio dialogico, finalizzato a valorizzare il benessere emozionale e a regolare efficacemente le emozioni intense. Il supporto fornito, corredato dalle conoscenze sulla comunicazione e sulle principali dinamiche relazionali, ha contribuito a sviluppare maggiore consapevolezza di sé e autocontrollo, insieme agli altri elementi che fanno parte dell’intelligenza emotiva.



In particolare, alcune attività svolte nell’ambito del corso hanno riguardato:



osservare se stessi e riconoscere i propri sentimenti; conoscere il rapporto tra pensieri, sentimenti e reazioni; valutare il Quoziente Emotivo;
costruire un vocabolario personalizzato delle emozioni;
esplorare le emozioni, anche attraverso il resoconto verbale di episodi vissuti;
sapere individuare le principali espressioni dell’esperienza emotiva; capire che cosa c’è dietro un sentimento;
conoscere le modalità per regolare le emozioni, come le paure e le ansie, la collera e la tristezza, l’imbarazzo e la vergogna;
comprendere i sentimenti e le preoccupazioni degli altri e assumere il loro punto di vista (essere empatici);
comunicare: saper ascoltare, esporre il punto di vista personale con chiarezza e senza incolpare gli altri;
riconoscere i propri punti forti e quelli deboli (autovalutazione);
entrare nella dinamica del gruppo-classe; collaborare e cooperare per raggiungere obiettivi comuni;
affrontare i conflitti lealmente e creativamente.


Rispetto ai risultati ottenuti, l’analisi dei questionari valutativi del corso insieme ad altri riscontri obiettivi, porta a ritenere completamente valido l’intervento eseguito e pienamente rispondente agli obiettivi educativi stabiliti inizialmente.



E’ da far presente che la metodica utilizzata per la rilevazione degli effetti prodotti dal contesto di apprendimento, paradigmatica della Psicologica Umanistica, si basa sulla disamina delle esperienze, delle osservazioni e consapevolezze degli stessi partecipanti, rilevate tramite indicatori specifici e convergenti nel processo di autovalutazione.



L’esame attento dei questionari, compilati da tutti gli studenti al termine del corso, consente quindi di formulare le seguenti valutazioni:



v il gradimento effettivo dell’esperienza proposta, attestato tra ‘molto soddisfatto’ e ‘parzialmente soddisfatto’ (le due voci insieme conseguono circa il 97% delle risposte); il restante 3% si è dichiarato un po’ deluso, anche per motivi legati al tempo limitato a disposizione del corso;

v le impressioni formulate dai partecipanti contengono riferimenti estremamente significativi circa i benefici indotti dall’apprendimento di competenze emozionali sulla qualità della vita, non solo scolastica;

v l’orientamento prevalente degli interessi, rispetto alle tematiche affrontate nel corso, è rivolto alla comprensione e alla gestione delle emozioni fondamentali (45%), e tra queste, la rabbia (14%), insieme all’ansia, la vergogna, la solitudine e la tristezza;

v va considerata anche la propensione alla conoscenza più approfondita dei compagni della classe (20%), la riflessione sulle relazioni interpersonali (9%) e i conflitti (7%);

v il resto delle scelte (5%) riguarda ‘tutto’ l’itinerario seguito. Le scelte confermano come il prestare attenzione alle esperienze emozionali, specialmente quelle più intense e di difficile gestione come la rabbia o la vergogna, rappresenti la modalità privilegiata per entrare nelle questioni specifiche del disagio adolescenziale. Inoltre, gli studenti mostrano la necessità di disporre di spazi e strumenti di comunicazione per migliorare la qualità delle interazioni sociali. In tal modo, si diminuisce il rischio per l’adolescente di assumere determinati comportamenti disfunzionali che si ritrovano spesso alla base del disagio;

v il metodo interattivo e dinamico, utilizzato per la realizzazione delle attività, è stato giudicato sostanzialmente ‘buono’ (58%), con punte di ‘eccellente‘ (22%); lo ha ritenuto parzialmente adeguato il 20%, dato interpretabile con la scarsa abitudine all’introspezione. Gli studenti, quindi, reputano qualificate e funzionali al lavoro sulle competenze emozionali le modalità interattive impiegate;

v i suggerimenti per migliorare il corso convergono essenzialmente sulla necessità di aumentare il numero degli incontri e delle ore a disposizione (48%), oltre a richiedere lo sviluppo e l’approfondimento delle tematiche emozionali presentate (16%); il restante numero di studenti (36%), indica altri suggerimenti, di difficile inquadramento. I suggerimenti offerti dalle classi incoraggiano lo sviluppo e l’approfondimento del percorso emozionale iniziato.





Il migliore commento dell’esperienza è probabilmente rappresentato dai giudizi espressi dagli stessi partecipanti; si riportano i passi più significativi:



“ Mi ha fatto capire come possono affrontarsi a livello emotivo le esperienze della vita”.

“ …sono riuscita ad aprirmi con persone con cui non parlo moltissimo ”.

“Secondo me questo corso serve molto, per conoscersi meglio e per rendersi conto delle proprie emozioni”.

“E’ interessante perché mi ha fatto capire in che modo si può fronteggiare la vita”.

“ E’ molto bello. Ci aiuta a riflettere sul nostro comportamento e quindi ci permette di correggere eventuali errori”.

“ Sono stata felice di questo corso perché mi ha fatto scoprire nuove cose e capire alcune incertezze”.

“ Mi ha aiutato molto ad esprimere le mie esperienze e i miei pensieri, che credo non avrei mai detto in un’altra occasione”.

“ Ho conosciuto meglio le mie emozioni”.

“ Questo corso mi è stato utile perché mi ha fatto conoscere meglio i miei compagni di classe”.

“ Mi sono divertito”.

“ Abbiamo imparato a parlare di noi ed esporre le nostre idee su argomenti o comportamenti dei nostri amici”.

“ Mi è molto piaciuto e interessato perché non capita spesso di parlare dei nostri sentimenti”.

“ E’ stata una novità che mi ha affascinato e soprattutto ho trovato utile per vivere meglio”.

“ Mi ha suscitato molto interesse perché mi ha fatto diventare meno timido”.

“ Mi ha insegnato a parlare delle mie esperienze più segrete”.

“ Molto interessante, aiuta a vivere e a conoscere gli altri”.

“ Il corso ci ha aiutato a risolvere problemi all’interno della classe”.

“…ho arricchito le mie conoscenze sui sentimenti ed ho imparato a spiegarli”.





In base agli elementi riportati e a quanto è stato possibile osservare direttamente nei diversi momenti del corso, si può concludere che i gruppi-classe hanno mostrato un buon grado di motivazione e coinvolgimento. Si sono proposti spesso quali soggetti attivi nella ricerca e nella elaborazione di competenze emozionali e di conoscenze, specialmente nello scambio di vissuti e di esperienze personali.



Il clima generale di apertura, ha garantito la possibilità di esplorare le emozioni e le loro implicazioni nel contesto delle delicate problematiche adolescenziali. Tra le diverse emozioni evocate, è emersa spesso la presenza di rabbia, riconfermando il legame esistente tra le vicende adolescenziali e la vulnerabilità alle frustrazioni e alle delusioni, agli impulsi aggressivi, alla solitudine e al pessimismo. La riflessione si è focalizzata anche su eventi che comportano rischi sul piano dello sviluppo psicologico, fisico e sociale, come l’abuso di sostanze (droghe, fumo, alcool). Nei racconti degli studenti, si è riscontrata la presenza di sofferenza per i modelli e per l’educazione, emotivamente distruttiva, che la cultura o sottocultura prevalente della società impone ai giovani.

Sicuramente, la natura degli argomenti affrontati negli incontri ha suscitato viva curiosità accanto a reazioni di genere difensivo, maturando bisogni di approfondimento e di ulteriori occasioni formative. Le resistenze incontrate nelle attività, imputabili alla diffusa diseducazione emozionale, sono scaturite principalmente da alcuni soggetti maschili. Dato, quest’ultimo, che evidenzia il diverso atteggiamento dell’uomo e della donna riguardo le emozioni.



L’esigenza di progettualità, d'altra parte, trova spiegazione e conferma nelle più recenti ricerche psicologiche nell’ambito del disagio che sottolineano la necessità di offrire interventi sistematici di supporto e consulenza ai giovani (Mariani, 2003). Ciò deve avvenire proprio in riferimento alle problematiche della fase “autonoma e prolungata” dell’adolescenza, caratterizzata dall’attivazione di stati emozionali intensi, di sofferenza.



Se c’è una cosa da considerare, è l’importanza di guardare ai giovani con occhi liberi da ogni pregiudizio culturale, di ascoltarli aprendo la mente e il cuore, perché, se non si propongono valide alternative, “il giovane rabbioso di oggi è destinato a diventare l’uomo solitario e ostile di domani”. (D.Kindlon, M.Thompson, 1999).



E’ indispensabile, infine, riaffermare che “l'alfabetizzazione emozionale può per certi versi apparire come un esercizio banale, o comunque insufficiente a impedire le multiformi manifestazioni del malessere giovanile, ma l'obiettivo finale di formare nell'ambito scolastico esseri umani, in un clima di libertà e dignità, costituisce un traguardo fondamentale per il nostro futuro e per quello della scuola” (Vignati, 2000).



Il diffondersi di esperienze formative centrate sulla crescita emozionale, credo autorizzi la speranza in un futuro nel quale la scuola assumerà il compito educativo prevalente di promuovere qualità e attitudini come l’autocontrollo e la sicurezza di sé, l’esprimere i sentimenti, l’arte di ascoltare e di risolvere i conflitti, di cooperare, e tutte le altre abilità della vita emotiva.



BIBLIOGRAFIA

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