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ALFABETIZZAZIONE EMOZIONALE: UN PERCORSO

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2009 02:32
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31/01/2009 02:32

Nella letteratura psicologica, il termine emozione è usato per definire un evento multisistemico che interessa il piano dell’elaborazione cognitiva e dei resoconti verbali dell’esperienza soggettiva, il piano dei comportamenti motori e quello delle risposte fisiologiche (D’Urso e Trentin, 1998). Le dimensioni emozionali principali individuate e riconosciute come universali (Ekman, 1984), anche se non c’è concordanza tra studiosi, sono rappresentate da collera, tristezza, paura, gioia, amore, sorpresa, disgusto, vergogna.



Invece, intelligenza emotiva, il concetto impiegato da Goleman, si riferisce alla “capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente, quanto nelle relazioni sociali”. Sono abilità complementari ma differenti dall’intelligenza, ossia da quelle capacità meramente cognitive rilevate dal Quoziente Intellettivo, che rappresenta l'indice generale delle abilità cognitive possedute dal soggetto.



E’ solo con l’affermarsi di una visione poliedrica delle capacità umane, maggiormente scientifica (Gardner, 1993), che è stato attribuito un peso sempre più decisivo al mondo emozionale, alle motivazioni, all’empatia, alle capacità di autocontrollo e di adattamento (Greenspan, 1997).



Il lavoro di Goleman ha riguardato l’adattamento di precedenti modelli e ricerche della psicologia scientifica (Gardner, 1983; Salovey e Mayer, 1990), ricavandone una versione utilissima per comprendere il modo in cui le risorse emotive si rivelano determinanti nella vita scolastica e professionale. Egli afferma che “l'attitudine emozionale è una meta-abilità, in quanto determina quanto bene riusciamo a servirci delle nostre altre capacità - ivi incluse quelle puramente intellettuali", e che "oggi la ricerca individua con precisione senza precedenti le qualità e le capacità umane che fanno di un individuo un elemento capace di eccellere”.



Le competenze emotive fondamentali, sia personali (determinano il modo in cui controlliamo noi stessi), sia sociali (determinano il modo in cui amministriamo le relazioni con gli altri), comprendono cinque elementi:

1. Consapevolezza di sé (conoscere in ogni istante i propri stati interiori per gestire meglio scelte e decisioni personali).

2. Autocontrollo (regolare le proprie emozioni per fronteggiare ogni situazione).

3. Motivazione (tendenze emotive per guidare se stessi al raggiungimento di obiettivi).

4. Empatia (percepire i sentimenti degli altri, essere in grado di adottare la loro prospettiva).

5. Abilità sociali (gestire bene le emozioni nelle relazioni e saper leggere accuratamente le situazioni sociali per avere massima efficacia. Queste abilità comprendono: comunicazione, leadership, gestione del conflitto, collaborazione e cooperazione).



I programmi di alfabetizzazione emozionale, o di efficacia nelle relazioni interpersonali, attuati nelle scuole, hanno come obiettivo principale quello di consentire un'adeguata gestione dei sentimenti e lo sviluppo di specifiche capacità, in modo tale che i processi cognitivi e di apprendimento, sia individuali che di gruppo si realizzino naturalmente, senza interferenze e con maggiore successo (Gordon, 2001).



Gli obiettivi preminenti riguardano perciò l'acquisizione e il consolidamento delle competenze emotive relative alle cinque aree/dimensioni, comprendenti 25 tipologie di abilità distinte.



Fornire una prestazione di buon livello non può in ogni caso comportare che si predomini in tutte queste competenze, ma piuttosto che si possiedano punti di forza in alcune di esse sufficienti a raggiungere la soglia critica necessaria per il successo scolastico/professionale e la realizzazione personale.



L’intelligenza emotiva, a differenza del QI, può essere potenziata in ogni fase della vita. Tende ad aumentare in proporzione alla consapevolezza degli stati d’animo, al contenimento delle emozioni che provocano sofferenza, al maggiore affinamento dell'ascolto e della sensibilizzazione empatica. E’ la conferma che anche le reazioni emotive più radicate hanno la possibilità di essere rimodellate.

La maturità stessa, è ridefinita come il lungo processo esperienziale attraverso il quale si diventa più intelligenti circa il nostro mondo emozionale e quello coinvolto nella estesa rete delle relazioni sociali.



Dunque, come portare l’intelligenza nelle nostre emozioni? Di recente, un intervento formativo di alfabetizzazione emozionale, è stato realizzato con successo presso l’Istituto Tecnico Commerciale per Geometri e per il Turismo ‘G.B.Carducci, G. Galilei’ di Fermo (AP), coinvolgendo gli studenti del biennio della sezione Geometri. Il progetto, coordinato dalla prof. Beatrice Ercoli e attuato dall’esperto dott. Renato Vignati, ha valenza biennale ed è parte integrante del Piano dell’Offerta Formativa.

Complessivamente, gli incontri hanno ottenuto un buon livello di coinvolgimento di studenti sulle tematiche della educazione alle emozioni. L’interesse ottimale registrato trova spiegazione nella centralità delle tematiche affrontate che investono in modo significativo la realtà adolescenziale e giovanile, esplorata secondo un’ottica di prevenzione del disagio e di promozione della salute psicofisica.



Numerosi studiosi sostengono che aiutare i giovani ad affrontare il periodo della crisi adolescenziale, relativamente ai numerosi fattori di rischio, può consistere essenzialmente nel sostenerli ad affrontare e risolvere positivamente i compiti di sviluppo, conquistando la propria autonomia all’interno di un dinamismo di crescita (Palmonari, 1993). Pertanto, la finalità principale perseguita negli incontri è stata di facilitare nei giovani la conoscenza e l’impiego dell’Intelligenza Emotiva, e delle corrispondenti competenze, per il superamento delle difficoltà personali e interpersonali. La ricerca di strategie efficaci volte alla risoluzione dei molteplici problemi scolastici, familiari, amicali e gruppali che possono accentuare lo stato di disagio, ha spesso impegnato gli scambi comunicativi e la riflessione del gruppo-classe.

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