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La musica come sostanza psicoattiva e abilità cognitiva.

Ultimo Aggiornamento: 08/10/2008 13:32
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08/10/2008 13:32

“Il ritmo e la musica, grazie al loro carattere sentimentale, sono particolarmente atti a penetrare nell’anima e a commuoverla; allo stesso tempo, mitigano l’elemento irascibile presente nell’anima.“ Platone

Le più recenti sperimentazioni in campo medico hanno dimostrato che il nostro organismo reagisce alla musica come ad una sostanza psicoattiva. Musiche armoniose regolano favorevolmente l’uomo, musiche disarmoniche producono fenomeni di stress. L’ascolto di buona musica ha effetti comprovati, sugli animali e sull’uomo.

La musica aiuta a strutturare il pensiero ed il lavoro delle persone nell’apprendimento delle abilità linguistiche, matematiche e spaziali; soprattutto l’intelligenza musicale influisce sullo sviluppo emotivo, spirituale e culturale più di altre intelligenze. Meno risaputo è che la musica possa influenzare l’organismo modificando lo stato emotivo, fisico e mentale: tale fenomeno viene denominato “effetto Mozart“.Uno dei maggiori studiosi del suono dal punto di vista medico, Alfred Tomatis, dichiara che “Mozart è un’ottima madre, provoca il maggior effetto curativo sul corpo umano”. L’ “effetto Mozart” riesce ad agire essenzialmente come tecnica psicologica nella modificazione di problemi emotivi e può modificare le varie patologie di cui è affetto l’essere umano: è un’eccellente tecnica di comunicazione ma anche un aiuto ad altre tecniche terapeutiche.

Ad illustrare gli effetti terapeutici della musica del grande compositore è John Jenkins del Royal College of Physicians. In un articolo apparso sul Journal of the Royal Society of Medicine, il ricercatore afferma che i primi risultati della musicoterapia nella cura dell’epilessia sono talmente incoraggianti da giustificare ulteriori studi. I pazienti epilettici che hanno ascoltato Mozart per 10 minuti al giorno hanno infatti migliorato considerevolmente le loro capacità di compiere azioni legate allo spazio come tagliare un foglio di carta o ripiegarlo. Inoltre i bimbi a cui sono state impartite lezioni di piano o strumento a tastiera per 6 mesi e che hanno imparato a suonare semplici melodie tra cui Mozart ottenevano punteggi più elevati ai «test di movimento nello spazio» rispetto ai coetanei epilettici a cui è stato insegnato a utilizzare il computer. Mozart potrebbe non essere l’unico musicista le cui opere riducono le crisi epilettiche. «Le sonate di Bach - afferma Jenkins - presentano la stessa struttura metrica e dunque potrebbero sortire lo stesso “Effetto Mozart”».

Inoltre ci sono diverse ricerche che suggeriscono brani specifici per alleviare i sintomi di alcuni disturbi.
Nei prossimi articoli vedremo insieme quali sono le musiche adatte a lenire i sintomi di alcune patologie!
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