Una nuova tecnologia messa a punto dai labs HP potrebbe rendere la legge di Moore obsoleta e permettere, entro pochi anni, la produzione di processori contenenti svariati miliardi di transistor
I ricercatori dei laboratori di HP hanno messo a punto una nuova architettura per i chip, denominata Field Programmable Nanowire Interconnect (FPNI), che secondo il colosso permette di costruire chip fino ad otto volte più "densi" di quelli attuali: in altre parole, potranno contenere diversi miliardi di transistor.
La nuova architettura di HP, derivata da quella - oggi assai diffusa - FPGA, potrebbe rendere la famosa legge di Moore - che prevede il raddoppio del numero dei transistor ogni 18 mesi - del tutto superata.
La tecnologia, spiegata nei suoi dettagli tecnici in questo articolo di HWUpgrade.it, combina la convenzionale tecnologia CMOS con dispositivi in nanoscala chiamati crossbar: questi permettono di ridurre significativamente il numero di circuiti predisposti al traporto del segnale per fare maggiore spazio ai transistor per l'elaborazione logica. Questo, secondo HP, si traduce in un incremento della densità dei transistor, in una riduzione del calore dissipato e in una maggiore tolleranza ai difetti dei chip così prodotti.
HP sostiene che i primi chip basati sulla tecnologia FPNI potrebbero vedere la luce già entro la fine di questo decennio. Tra i primi chip a beneficiare di FPNI potrebbero esserci i processori delle stampanti e di altri dispositivi embedded, ma in futuro si prevede che questa architettura venga adottata anche per le CPU dei computer.