Continua la querelle sulle classifiche nel Regno Unito. A dare la stura ad una serie di velenose illazioni era stato il presidente della Gut Records Guy Holmes, che aveva accusato altre etichette di manipolare i download acquistando numerose copie di un brano o di un artista da promuovere, facendolo salire artificiosamente nella chart dei più scaricati. L’uso di questo sistema non riguarderebbe solo le case indipendenti ma anche le majors, ingolosite dal ricco indotto dei prodotti acquistati on line: suonerie, video, sfondi per cellulari e via dicendo. Fra le misure da adottare, a detta di Holmes, un sistema di controllo più severo sugli acquisti multipli effettuati tramite la stessa carta di credito o la medesima utenza telefonica. A rendere ancora più calda la situazione il debutto imminente della classifica unica (vendita cd + download) previsto per il 17 aprile, con tutto ciò che essa potrebbe comportare in termini di visibilità e fatturato. Secondo l’unione delle label AIM (Ass
ociation of Independent Music) l’iniziativa è prematura in quanto il sistema non fornisce sufficienti garanzie di trasparenza. Per la Official Charts Company le osservazioni sono infondate, in quanto il nuovo sistema di rilevamento per la top 40 è stato sottoposto ad un periodo di test durato 18 mesi in collaborazione con tutte le etichette.