Only the strong survive”, solo i più forti sopravvivono, secondo un popolare detto inglese. La sagoma dei Brand New Heavies, per esempio, era quasi scomparsa dall’orizzonte dei media dopo il declinare della moda acid jazz e di quel “rare groove revival” che furoreggiava quando in terra d’Albione, era più o meno la metà degli anni ‘80, si moltiplicavano i party “illegali” a base di funk & soul in quelle che di lì a poco sarebbero diventate le cattedrali della house e dell’ecstasy. Trafila ormai classica, quella del gruppo di Ealing, periferia ovest di Londra: ascesa alle vette della scena più “trendy”, una sfilza di singoli di successo (“Never stop” li proiettò molto in alto anche negli USA), esibizioni affollate e poi l’inevitabile flessione, con conseguente e rapido benservito da parte dell’industria discografica “che conta”.
Il loro ultimo album, che esce in Italia il 31 gennaio ma circola in Inghilterra già dall’ottobre scorso, si presenta come un ritorno alle radici, si intitola programmaticamente “Allaboutthefunk